Nuovo strappo con il passato dell'amministrazione Trump. Il Pentagono ha deciso di rilanciare il nucleare. Lo rivela il Washington Post, sottolineando come questa politica si discosti dalla strategia adottata dalla Casa Bianca rispetto all'era Obama.
Ora gli Stati Uniti svilupperanno testate nucleari a potenza ridotta, anche di un solo kilotone, per effettuare attacchi “chirurgici” con numero ridotto di vittime. L’ordigno sganciato da caccia statunitensi sulla città giapponese di Nagasaki il 9 agosto del 1945 che provocò la morte di più di 70mila persone aveva circa venti kilotoni.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sottolineato che la 'dottrina' delineata “affonda le sue radici in una valutazione realistica sulla sicurezza globale, nella necessità di avere un deterrente verso l'uso delle armi più distruttive del mondo e nell'impegno da parte del nostro Paese alla non proliferazione nucleare“.
“Abbiamo consistenti indizi che la nostra attuale strategia sia percepita dai russi come potenzialmente inadeguata a fermarli”, ha sostenuto Greg Weaver, vicedirettore delle capacità strategiche allo Stato Maggiore, secondo il quale “gli Usa e la Nato hanno bisogno di un più ampio range di credibili ordigni nucleari a bassa intensità per fare una cosa specifica: convincere i vertici russi che se dessero il via al ricorso limitato di ordigni atomici, in una guerra con l’Alleanza Atlantica, la nostra risposta negherà loro di raggiungere l’obiettivo che cercano ed imporre loro costi che supereranno i benefici cui puntano”.