Non si fermano le proteste in Algeria dopo la nomina di Abdelkader Bensalah a presidente a interim, quale successore di Abdelaziz Bouteflika, che alla fine la settimana scorsa si è dimesso.
Proteste
“Vattene“, hanno scandito i manifestanti. Stesso slogan usato per costringere Bouteflika al passo indietro. Immediata la risposta delle forze di sicurezza, che hanno usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e manganelli per disperdere la folla.
La nomina
Bensalah, 77 anni, capo del Consiglio della Nazione e presidente del Senato, è stato nominato dal Parlamento in base alla Costituzione, con un mandato di massimo tre mesi per portare il Paese ad elezioni presidenziali, alle quali non potrà peraltro candidarsi. La sua nomina era attesa e per questo, appena è stata annunciata, nell'arco di meno di un'ora i manifestanti sono scesi prontamente in strada, a migliaia, dando vita all'ennesima protesta. Ma anche la loro protesta era prevista. Venerdì scorso, tre giorni dopo le dimissioni di Bouteflika, rimasto al potere per un ventennio, in tutta l'Algeria c'erano state ancora delle manifestazioni per chiedere un completo rinnovamento della classe dirigente, vista come una sorta di estensione dello stesso Bouteflika, che da ormai sei anni è costretto su una sedia a rotelle ed ha anche difficoltà a parlare. In particolare, i manifestanti chiedevano la rimozione delle “tre B”, ovvero del primo ministro, Noureddine Bedoui, del presidente del Consiglio costituzionale, Tayeb Belaiz e, appunto, del presidente del Senato, Abdelkader Bensalah.