Scintille rischiose quelle scoppiate a distanza fra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il premier iraniano Hassan Rohuani. Dopo le avvisaglie lanciate ieri dal leader di Teheran e la risposta piccata di Donald Trump, è arrivato un durissimo tweet a firma dell'inquilino della Casa Bianca che invita l'Iran a chiudere la questione per evitare ulteriori conseguenze: “Non minacciare mai più gli Stati Uniti – scrive Trump su Twitter – o ne pagherete le conseguenze, come pochi nella storia ne hanno sofferte prima. Non siamo un Paese che tollererà più le vostre stupide parole di violenza e morte. Fate attenzione”.
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Lo scontro
Parole inequivocabili che fa eco alla “risposta indimenticabile che rimarrà nella storia” promessa dal capo della Giustizia di Teheran, Sadegh Amoli, a fronte di “ogni mossa illogica e poco saggia” che potrebbero compiere gli Stati Uniti. Del resto, Amoli aveva utilizzato toni poco lusinghieri nei confronti dello stesso presidente, affermando che tali dichiarazioni “sono state fatte da una persona incapace e stupida come lui, ma deve sapere che nella storia tutti i Faraoni hanno avuto questo illogico orgoglio, aspettandosi di essere idolatrati da tutti”. Ad aggiungere ulteriori tizzoni al fuoco della disputa ci hanno pensato anche il consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton (“Il presidente Trump mi ha detto che se l'Iran farà qualcosa di negativo pagherà un prezzo che solo pochi Paesi hanno pagato finora”) e il segretario di Stato Mike Pompeo (“Fate attenzione”).
L'affondo di Pompeo
Situazione che continua dunque a mantenersi bollente e, nondimeno, rischia di provocare (ancora) non pochi disagi a livello internazionale, considerando anche la disputa provocata dal ritiro degli Usa dall'accordo sul nucleare iraniano. Particolarmente duro l'affondo di Pompeo: “Chiediamo a tutti i Paesi che sono stanchi del comportamento distruttivo della Repubblica islamica di unirsi alla nostra campagna di pressione, e questo riguarda in particolare i nostri alleati in Medio Oriente e in Europa, dove ci sono persone che sono state terrorizzate per decenni dall'attività violenta del regime”. Toni decisi ma comunque non del tutto sorprendenti, considerando che nel corso della sua campagna elettorale fu lo stesso Trump a promettere un cambiamento nella linea dei rapporti tenuti dagli Usa con l'Iran.