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Altro affondo della Turchia: “L’Europa verso nuove guerre di religione”

“Quando si guarda ai partiti (in Olanda, ndr), si vede che non c’è differenza tra i socialdemocratici e il fascista Wilders. Hanno tutti la stessa mentalità. Avete dato inizio al collasso dell’Europa. State trascinando l’Europa nell’abisso. Presto in Europa inizieranno le guerre di religione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, nel primo commento di Ankara dopo il voto in Olanda.

La vigilia del voto nei Paesi Bassi è stata scandita dalla durissima polemica a distanza con Recep Tayyip Erdogan, che ha accusato L’Aja di ingerenze in vista del referendum sul presidenzialismo in Turchia e ha definito gli olandesi “responsabili del massacro di 8 mila bosniaci musulmani a Srebrenica“. Parole che il premier Rutte ha bollato come “disgustose” invitando poi i politici del suo Paese a non replicare, per non “abbassarsi” ai livelli del leader di Ankara.

Prosegue, in parallelo, la polemica con la Germania, accusata anch’essa di interferenze. Oltre alla politica nel mirino della Turchia c’è anche la stampa tedesca. Con una nota scritta il ministero degli Esteri ha accusato la Bild di “insultare” il presidente Recep Tayyip Erdogan, dopo che ieri il giornale lo ha definito in prima pagina “non democratico” e “non gradito” in Germania. “Negli ultimi tempi, i media europei sembrano fare a gara per diffamare il nostro Paese e il nostro presidente con argomenti politici, invece che pubblicare notizie imparziali e corrette”, si legge nel comunicato, in cui la stampa europea è accusata anche di “prosperare sulla xenofobia e sul razzismo“.

Come reazione agli attacchi il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha invocato un congelamento del pacchetto di aiuti economici alla Turchia. La detenzione del corrispondente turco-tedesco della Welt Deniz Yucel, tra le altre cose, rende al momento non esaudite le condizioni necessarie per dare il via libera al piano. “La situazione è da piangere“, ha detto il ministro. Schaeuble ha aggiunto che qualche tempo fa aveva discusso con il vice premier turco Mehmet Simsek un piano per stabilizzare la situazione economica in Turchia e che, nel frattempo, è stato preparato “un intero catalogo di misure”. Ma dopo il caso Yucel, Schaeuble ha annunciato di aver avvertito Sismek che in queste condizioni tutto è più difficile.

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