“Giovani uomini, che eventualmente potrebbero tornare a casa e hanno il potenziale o l’intenzione di compiere attacchi che abbiano visto a Parigi la scorsa settimana. – ha dichiarato il capo dell’Europol Rob Wainwrightm – È senza alcun dubbio la più grave minaccia terroristica che l’Europa deve affrontare dall’11 settembre”. I “fighters” europei, che ora sono in Medio Oriente, ma che potrebbero tornare in patria e compiere attentati terroristici del calibro di Parigi, secondo le stime dell’agenzia europea sono tra i 3 e i 5 mila.
A preoccupare è soprattutto il web- reclutamento attraverso i social network, usati in “modo molto aggressivo” come strumento di propaganda. Un problema che tocca da vicino anche l’Italia, dove ieri la Procura di Roma ha deciso di aprire un’inchiesta su una decina di islamici sospettati dia vere legami con la Jihad. “Il problema che ci troviamo ad affrontare in questi giorni non riguarda solo la Siria e l’Iraq, – ha spiegato Wainwightm – ma anche le altre reti terroristiche nel mondo, in Africa, nella penisola arabica, che hanno filiali con al Qaeda”. Inoltre l’Europol – Ufficio di Polizia Europeo, operativo dal 1999 – ha raccolto i nomi di 2.500 sospetti jihadisti, grazie alla collaborazione di tutti gli Stati membri.