L’attacco di mercoledì sera all’Università americana, finora non rivendicato, è stato il 23esimo attentato avvenuto da inizio gennaio 2016 a Kabul. Gli attentati hanno ucciso nella capitale oltre 279 persone e provocato quasi 900 feriti. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Pajhwok. In base a calcoli fatti dalla stessa agenzia, 14 dei 23 attentati – in maggioranza rivendicati dal gruppo terrorista islamico dei talebani – hanno visto l’uso di kamikaze i quali hanno provocato il 93% delle vittime.
L’episodio più cruento degli ultimi 15 anni – riporta ancora Pajhwok – è avvenuto il 23 luglio sulla piazza Deh Mazang, dove un folto gruppo di manifestanti, per lo più sciiti, chiedeva al governo di non modificare il tracciato di un progetto di linea di distribuzione dell’energia elettrica che passava nella provincia di Bamyan. In quell’occasione, alcuni kamikaze dell’Isis – gruppo estremista sunnita – hanno causato la morte di 81 persone ed il ferimento di altre 231.
Il secondo attacco più sanguinoso è avvenuto in precedenza, il 20 aprile, quando un camion-bomba è stato fatto esplodere nelle vicinanze di una unità di elite delle forze di sicurezza afghane. Lo scoppio, causato da centinaia di chili di esplosivo, ha provocato un bilancio di 64 morti e 347 feriti.
Il terzo episodio con il maggior numero di vittime in questa lunga scia di sangue è avvenuto meno di un mese prima, il 30 giugno, quando un convoglio di autobus proveniente dalla provincia di Maidan Wardak con a bordo cadetti della polizia appena formati è stato colpito da un attentatore suicida che ha provocato la morte di 37 agenti ed il ferimento di altri 40.
L’ultimo, in ordine di tempo, è quello di mercoledì al campus dell’Università americana di Kabul (Auaf). L’attacco, durato undici ore l’attacco, si è concluso alle 6 di ieri con un bilancio di 15 morti (sette studenti, cinque membri delle forze di sicurezza e tre militanti) e 44 feriti. Il capo della polizia della capitale, Faridoon Obidi, ha sottolineato che nel loro intervento le forze di sicurezza afghane hanno tratto in salvo 700 studenti, decine di professori ed impiegati.