Inauditi maltrattamenti all’interno di un carcere minorile australiano sono venuti alla luce. Il caso, denunciato anche da Amnesty International, è esploso pochi giorni fa, quando il programma “Four corners” del Canale televisivo ABC ha trasmesso immagini sconvolgenti su quanto avvenuto dal 2010 al 2015.
La struttura penitenziaria sotto indagine è Don Dale di Darwin, nel Settentrione dell’Australia. Immagini scioccanti: gas lacrimogeni sparati contro i teenager, un detenuto incappucciato e ammanettato ad una sedia, celle senza luce né acqua. Episodi che fanno tornare alla mente gli abusi subiti dai prigionieri di Guantanamo o di Abu Grahib, in Iraq. I maltrattamenti riguardano in particolare Dylan Voller, un ragazzo di appena 14 anni, tenuto in isolamento dopo essere stato malmenato e costretto a spogliarsi.
Tutti i detenuti mostrati dai video erano di origine aborigena, gruppo che rappresenta il 96 percento dei minori che si trovano in strutture di detenzione e il 30 percento del totale della popolazione carceraria. I filmati, ha scritto il Guardian, hanno riaperto il dibattito sui rapporti tra l’esecutivo australiano e la popolazione indigena.
Il Premier australiano Malcolm Turnbull ha chiesto di aprire un’inchiesta interna, ma non ha voluto ampliare l’indagine a tutto il Paese nonostante le pressioni dell’Unhcr. L’organizzazione, inoltre, ha chiesto al governo di “dare ai ragazzi una compensazione in denaro”. L’Unicef Australia, da canto suo, ha dichiarato che quanto avvenuto al Don Dale “potrebbe essere considerato una forma di tortura”. Intanto, migliaia di persone sono scese in piazza a Melbourne, Sidney e Brisbane per protestare contro le violenze inferte ai teenager.