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Valle dei Templi, in arrivo una mappatura via drone

Ampliare la veduta della Valle dei Templi di Agrigento a una più approfondita “mappatura” 2.0, realizzata per via aerea grazie all’impiego di droni: questo il progetto convenzionato fra il Parco archeologico e la Duke University di Durham, il quale permetterà di ottenere una mappa in due e tre dimensioni decisamente più accurata e dettagliata di quelle finora sviluppate. Grazie all’impiego di strumenti all’avanguardia, sarà per la prima volta possibile tracciare una panoramica ben più approfondita del sito archeologico, consentendo di allargare il fronte della ricerca su campi di studio finora inesplorati: “La mappa – ha spiegato il direttore del Parco, Giuseppe Parello – permetterà di investigare aree archeologiche e caratteristiche geomorfologiche fino ad oggi non visibili con strumenti tradizionali. Verifiche e investigazioni sofisticate che permetteranno di avviare nuove ricerche e probabilmente anche nuovi scavi”.

Mappa e studi

Per la realizzazione della nuova mappa, verranno impiegati due diverse tipologie di drone da impiegare per via aerea: un velivolo e-bee si occuperà dei rilevamenti da una prospettiva più elevata, mentre un quadricopter verrà utilizzato per le operazioni a bassa quota. Al fianco degli strumenti “aerei” saranno impiegati dispositivi ultraspettrali che consentiranno di ottenere un’elevata risoluzione dell’intera area archeologica. Un obiettivo certamente importante che, grazie alle tecnologie odierne, potrà inquadrare un sito storico della nostra Penisola da un punto di vista finora mai sperimentato. Quello che verrà fuori dalla mappatura via drone, sarà una sorta di “Valle dei Templi virtuale”, pronto per essere studiato da dispositivi all’avanguardia come il “Dive” della Duke Univeristy, specializzata nelle digital humanities.

Passato e futuro

Un modo, questo, per coniugare l’immortale fascino del passato con il progressivo sviluppo degli strumenti presenti, con l’intento di ottenere una prospettiva innovativa sul conosciuto e aprire nuovi spiragli su ciò che ancora non è stato compreso. Il tutto, ovviamente, lasciando intaccato l’immenso valore storico di quest’angolo d’Italia realizzando, al di là della mappatura 2.0, una commistione funzionale fra antico e moderno, con gli strumenti del XXI secolo al servizio delle ricerche sui tesori dei millenni passati.

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