È possibile visitare fino al prossimo 28 marzo al Museo Medievale di Bologna la mostra “Tra la Vita e la Morte”. Due confraternite bolognesi tra Medioevo e Età Moderna”. Il Museo Civico bolognese ha dedicato per la prima volta una mostra al tema delle confraternite bolognesi, con un particolare sguardo a quelle di Santa Maria della Vita e di Santa Maria della Morte, un tempo ubicate una di fronte all’altra. Infatti, se quella della Vita aveva sede all’interno della Chiesa omonima, in via Clavature, quella della Morte si estendeva tra via Marchesana e il portico che ne conserva il nome, correndo lungo via dell’Archiginnasio e costeggiando il lato di San Petronio.
L’esposizione, curata da Massimo Medica e Mark Gregory D’Apuzzo in collaborazione con il Museo della Sanità, la Biblioteca dell’Archiginnasio, la Pinacoteca Nazionale di Bologna e la Curia Arcivescovile di Bologna, è ospitata all’interno del Lapidario del museo e vede esposte cinquanta opere fra documenti storici, dipinti, miniature, sculture, ceramiche ed oreficerie, provenienti da importanti istituzioni cittadine, tra cui il Museo della Sanità e dell’Assistenza, in origine sede dell’Antico Ospedale di Santa Maria della Vita, la Biblioteca dell’Archiginnasio e la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Inoltre, sono state esposte anche le opere presenti all’interno dei tre musei Civici d’Arte Antica (Museo Civico Medievale, Museo Davia Bargellini, Collezioni Comunali d’Arte) e numerosi pezzi prestati da collezionisti privati.
La prima parte della mostra si propone di indagare come prima dell’avvento dei Disciplinati a Bologna, avvenuto nel 1261, in realtà non fossero presenti in città confraternite, intese come sodalizi devozionali a larga base popolare. Con l’ingresso dei Disciplinati a Bologna e nel contado sorgeranno delle vere e proprie confraternite spirituali con esclusivi scopi religiosi, dall’orazione, alla penitenza, all’esercizio di opere di misericordia verso i bisognosi. Sarà Raniero Fasani da Perugia a dare vita a Bologna, insieme ai propri adepti, alla confraternita dei Battuti Bianchi o frati flagellanti, e ad adoperarsi affinché nel 1275 circa venisse aperto un ospedale nel centro della città che potesse dedicarsi all’accoglienza e all’assistenza degli infermi e dei pellegrini, e che in seguito assumerà la denominazione di Ospedale di Santa Maria della Vita.
Attraverso le testimonianze artistiche e documentarie (dipinti, miniature, sculture, ceramiche, oreficerie), la mostra ricostruisce anche le vicende legate alla storia dell’altra confraternita, quella di Santa Maria della Morte. L’evento è stato realizzato in collaborazione con Genus Bononiae Musei nella Città, Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forli-Cesena Ravenna e Rimini del Polo Museale dell’Emilia-Romagna e la Curia Arcivescovile di Bologna.