Al via il restauro della preziosa medina e, con essa, delle sue ventidue sinagoghe. L’annuncio arriva dalla municipalità di Casablanca che avvierà a breve le procedure amministrative per il bando di concorso relativo alla ristrutturazione, un significativo segnale per il confronto nel dialogo e per la convivenza pacifica tra religioni diverse.
Il Regno ha una lunghissima tradizione di tolleranza, consolidata con fermezza anche quando in Paesi non lontani
gli atti di violenza contro gli israeliani hanno avuto il sopravvento. Come l’attentato dell’aprile del 2002 contro la sinagoga di Djerba, in Tunisia, prima conferma della penetrazione della jihad e di al Qaida negli allora apparentemente tranquilli Paesi del Nord Africa.
A questa logica il Marocco – grazie ad Hassan II ed al figlio Mohammed VI – è sempre riuscito a sfuggire, come testimoniano i numerosi luoghi di culto israelitici, protetti ed anzi curati perché il Regno, che ha anche pagato un pesante tributo al terrorismo di matrice islamista, non vuole che si manifestino tensioni legate alla religione. Di questi lavori beneficeranno anche molti altri luoghi di culto israeliti, tra i quali le sinagoghe Benarrosh, Beth Elohim e David Hamelekh, da sempre meta, oltre che di fedeli, anche di turisti interessati alla storia ed all’arte.