Dal 20 aprile al 27 maggio 2018, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo promuove e realizza il progetto “Bramante a Bergamo e la città a colori”, che per la prima volta si propone di restituire l’immagine di Bergamo Alta nel Rinascimento, quando era un vero e proprio teatro dipinto di colori, finte architetture, decorazioni e figure.
Città dipinta
Delle colorite facciate che si squadernavano dalla Piazza Vecchia di Bergamo per poi addentrarsi nei vicoli – si legge nel comunicato stampa – molto è andato perduto, come accaduto anche in altre città dipinte, tra deperimento naturale, rifacimenti, distacchi conservativi. Eppure una passeggiata col naso all’insù, ancora oggi rivela suggestivi brani che ancora punteggiano numerosi edifici, ultime tracce di quella che fu la straordinaria identità visiva, irripetibile della città nel Rinascimento.
Il progetto “Bramante a Bergamo e la città a colori” è realizzato con il contributo di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia ed Explora nell’ambito di Cult City #inLombardia, il progetto regionale unitario per la promozione turistica delle capitali d’arte della Lombardia.
“Passeggiando per Città alta, oggi severa e quasi monocroma – sottolinea Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura – non si potrebbe sospettare che le sue architetture presentassero, in pieno Rinascimento, facciate dipinte colorate e comunicative, che davano un aspetto completamente diverso da quello a cui siamo abituati. L’amministrazione comunale propone a cittadini e turisti in visita un tassello in più nella conoscenza storica di Bergamo, ricomponendo, frammento per frammento, la visione della città a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento, quando lungo i vicoli si srotolavano facciate “parlanti”, con i loro racconti sacri e profani, politici e religiosi”.
Il percorso
Si comincia con la vera e propria riscoperta della eccezionale facciata “parlante” affrescata nel 1477 sulla facciata del Palazzo del Podestà in Piazza Vecchia da Donato Bramante che, destinato a diventare uno dei maestri del Rinascimento, per la prima volta compare qui alla ribalta della storia.
L’intera facciata della residenza del Podestà veneto, anonima e asimmetrica, viene rivestita di pitture che la trasfigurano completamente, in una impresa sbalorditiva per modernità, potenza illusionistica e forza cromatica. All’architettura reale si sovrapponeva un’architettura dipinta che incastonava, tra le vere finestre del palazzo, finti spazi aperti su cieli azzurri, abitati da figure gigantesche: i Sette Saggi tramandati dall’antichità greca accompagnati dai loro motti filosofici appuntati su cartigli, libri e tavolette. Solone, Epimenide, Pittaco, Periandro e Chilone – queste le figure che oggi possiamo identificare – scrutavano dall’alto i cittadini orobici, celebrando la saggezza, la ragione ma anche la fermezza, se necessario spietata, del governo della Serenissima.
I tredici frammenti della gigantesca decorazione che sono giunti fino a noi furono scoperti sulla facciata nel 1927, strappati e collocati nella vicina Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione, dove ancora oggi si osservano.
Video mapping
In occasione di “Bramante a Bergamo e la città a colori”, tutte le sere un video mapping riaccende sulla facciata del Palazzo del Podestà la grandiosa scenografia prospettica ideata da Bramante. Si tratta di una suggestione che tiene conto delle ipotesi di ricostruzione più accreditate ma che deve fare i conti con molte mancanze. E’ stata elaborata con la supervisione scientifica di Emanuela Daffra, direttore e storico dell’arte presso il Mibact.
Sala delle Capriate
Il racconto prosegue poi nella sala delle Capriate del Palazzo della Ragione, una sorta di “museo dell’affresco” dove sono conservati non solo i frammenti originali degli affreschi bramanteschi ma anche un’importante raccolta di affreschi strappati provenienti da architetture modificate o perdute della città e del territorio – chiese, conventi, castelli – che oggi danno conto di un ricchissimo patrimonio di pittura murale dal XIII al XVI secolo.
L'itinerario bramantesco
In questo contesto “Bramante e la città a colori” propone un percorso di approfondimento, per riscoprire l’opera di Bramante e allargare lo sguardo alla “città dipinta”, anche con la segnalazione di un itinerario che consente di proseguire la visita direttamente nel nucleo storico cittadino, alla scoperta di numerosi, altri luoghi rappresentativi della “pelle” dipinta della città, da Piazza Mascheroni alla Casa Veneta di viaGombito, da via Colleoni a via Porta Dipinta. Così da ricomporre, frammento per frammento, la visione della città nel Rinascimento.
Il ciclo di incontri
Accompagna l’iniziativa un ciclo di incontri, in cui autorevoli specialisti offriranno percorsi di lettura differenti del fenomeno delle città a colori tra storia, arte, conservazione, antropologia.
Due visite speciali accompagneranno il pubblico a riscoprire il “museo dell’affresco” del Palazzo dellaRagione e a visitare per la prima volta, in quanto non accessibili e conservati in una residenza privata, gli affreschi della facciata dell’antico Ospedale della Misericordia Maggiore.