La differenza, come sempre nella vita, la fanno i valori morali. C'è un fumetto, divenuto un cartone animato molto amato a livello mondiale in ogni fascia d'età, che raffigura l'approccio solidale e costruttivo che il cristianesimo porta in ogni aspetto della quotidianità.
Come è nato un capolavoro
Geronimo Stilton, infaticabile e giudizioso topolino giornalista, nasce dalla penna di una disegnattrice di talento ma ancor più dal suo modo profondamente eticodi rapportarsi all'esistenza individuale e collettiva. Nella puntata odierna di “A Sua Immagine” Elisabetta Dami, la 62enne inventrice del celeberrimo Geronimo Stilton ha raccontato come è nata una delle creazioni letterarie più popolari e apprezzate nell'intero pianeta. Più di 180 milioni di copie vendute fino a oggi, edizioni in 50 diverse lingue: sono solo alcune delle cifre iperboliche che bastano da sole a dire del successo del topo-giornalista più famoso del mondo. Molto meno conosciuta la storia della sua creatrice, Elisabetta Dami, che ha raccontato al programma di informazione religiosa di Rai 1 come e perché è nato Geronimo Stilton: una storia toccante (con un incipit doloroso) che spesso s’è incrociata con la fede, ed è tuttora alimentata a una sensibilità umana che l’ha portata recentemente a varare la Fondazione Geronimo Stilton dedicata al sostegno di iniziative di solidarietà sociale, in particolare dedicate all’infanzia. Tutto ha origine dal tremendo dolore provato dalla disegnatrice.
In corsia
Dal padre editore aveva appreso i segreti del mestiere cominciando a collaborare con lui a 13 anni e un intenso attaccamento al senso della famiglia. Quando ha dovuto affrontare la sofferenza di non poter avere figli, ha iniziato a prestare assistenza nei reparti di oncologia infantile degli ospedali pediatrici. E proprio lì, raccontando ai bimbi ricoverati in corsia le vicende di un personaggio immaginario, si accorse che riusciva a divertire, educare e far riflettere i suoi piccoli ascoltatori. Da quella narrazione spontanea è nato il topolino giornalista che in mille vicende dimostra ogni volta la sua sagacia e la centralità nella vita dei valori morali. “Nei primi anni Novanta, scoprii di non poter avere figli- racconta la “mamma” di Girolamo Stilton-.Iniziai a fare volontariato nei reparti pediatrici in ospedale. Era l’epoca di Patch Adams, il medico che si vestiva da clown per donare un sorriso ai bambini in ospedale. Cominciai così a raccontare le storie comiche e avventurose (ma anche con tanti valori etici) di un topo timido, tenero e pasticcione: Geronimo Stilton. Notai che ai bambini le storie piacevano molto, e fu così che iniziai a scrivere le avventure di Geronimo, che presto diventarono libri. Non avrei mai immaginato che avrebbero avuto tanta diffusione”. E aggiunge: “Così, posso dire che la mia sia una storia a lieto fine. Ho realizzato il mio sogno, e oggi posso considerarmi la mamma di milioni di bambine e bambini in tutto il mondo”. E, prosegue, “ma ritorniamo indietro nel temp: sono nata a Milano, nel 1958, da un papà che adorava i libri, Piero Dami. Lui aveva fondato molti anni prima una casa editrice di libri per ragazzi, la Dami Editore, e già quando avevo 13 anni correggevo bozze per lui in redazione, col naso affondato nei libri, già sognando di diventare scrittrice”.
Apprendistato in famiglia
A 20 anni Elisabetta Dami già girava il mondo con il padre, perché i suoi libri per ragazzi erano venduti in tanti paesi. “Dopo quella preziosa esperienza, in cui imparai i piccoli grandi segreti dell’editoria, capii che ciò che mi rendeva davvero felice era scrivere e da allora, non ho più smesso di scrivere libri, con amore e passione, con entusiasmo e dedizione, mettendoci il cuore- sottolinea l'inventrice di Geronimo Stilton-. In ogni libro che scrivo c’è un po’ di me, soprattutto la mia passione per l’avventura. Adoro viaggiare ed esplorare gli ambienti naturali della Terra, vicini e lontani: il deserto del Sahara, i ghiacci del Polo Nord, le foreste del Nepal e i picchi dell’Himalaya, ma anche le sabbie dell’outback australiano, il delta dell’Okavango in Africa, le maestose cascate Victoria, e l’affascinante biodiversità della foresta tropicale centrafricana”. Ama inoltre visitare le oasi del Wwf in Italia, dove la natura è amata e custodita.
Come il suo personaggio
“Sono appassionata di archeologia e ho visitato luoghi leggendari come l’altissimo Machu Pichu e le rovine di Nazca in Perù, le piramidi di Giza in Egitto, ma anche quelle di Chichen Itza in Messico, e il cerchio di pietre di Stonehenge in Gran Bretagna- afferma. Amo tutti i Paesi del mondo, ciascuno ha la sua bellezza e la sua unicità affascinante, ma ho sempre nel cuore il Paese dove sono nata e dove vivo, l’Italia. Ho visto da vicino la natura nei suoi aspetti più incontaminati, ho incontrato culture e genti diverse, incontrando molti nuovi amici, da cui ho imparato tantissimo: è bello condividere esperienze, costumi e tradizioni differenti. Ho preso il brevetto di pilota d’aereo e mi sono lanciata col paracadute”.
La lealtà come base
A 23 anni Elisabetta Dami ha fatto il giro del mondo da sola, “durante il quale ho anche fatto un’esperienza entusiasmante: un corso di sopravvivenza della famosa Scuola Outward Bound, nel Maine (Stati Uniti), in montagna, a dicembre: a 25 gradi sottozero”. Ha corso tre volte la maratona di New York (l’ultima volta nel novembre 2017), e una volta la leggendaria “100 km del Sahara”, che “sono state per me bellissime avventure perché lo sport ci ricorda il rispetto per chi compete insieme a noi, e la gioia delle vera vittoria, che va conquistata lealmente. Ho avuto anche l’onore di essere adottata ufficialmente da due tribù di nativi americani: il Popolo degli Hopi (nel Clan del Ragno), e il Popolo dei Cherokee (il Clan del Lupo)”. Riguardo a Geronimo Stilton, confida: “Amo tutti gli animali, ma ho sempre trovato particolarmente interessanti i topi, perché hanno una creatività e un’intelligenza non comuni e come me, e come i bambini, sono curiosi di tutto”