Settant’anni di tesori, tra bozzetti, costumi, accurati dipinti di mille messe in scena, fotografie con grandi attori, modelli in scala di palcoscenici e soprattutto, il cartone animato, in alta definizione, che sintetizza e raccoglie tutti i disegni e le idee di Franco Zeffirelli per il suo, mai realizzato, “Inferno” dantesco in versione cinematografica. Questo il contenuto del museo dedicato all’immenso patrimonio teatrale e culturale del regista ultranovantenne: lo spazio, nato nel cuore di Firenze, città di Zeffirelli, sarà solo una parte del centro multifunzionale che porterà il suo nome e avrà al suo interno, nei locali dell’ex tribunale del capoluogo toscano, anche un archivio documentario e, soprattutto una scuola teatrale, le cui attività partiranno tra alcuni mesi.
L’Inferno di Dante
Nel corso di un’anteprima, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Dario Nardella, il vicepresidente esecutivo della fondazione Zeffirelli, il nuovo museo ha aperto per la prima volta le sue porte alle visite. Come riporta l’Ansa, il museo si compone di una lussuosa galleria traboccante di cimeli, abiti, scatti con protagonisti i grandi del cinema, del teatro e della lirica (tra questi, Maria Callas, Eduardo De Filippo, solo per citarne alcuni); con vere e proprie sale tematiche dedicate agli allestimenti ed alle raffigurazioni delle innumerevoli opere dirette da Zeffirelli. Certo, la “chicca” è senza dubbio il filmato, in alta definizione, dell’Inferno di Dante che il regista fiorentino avrebbe voluto portare sullo schermo, all’inizio degli anni ’70, con un giovane Dustin Hoffman nei panni dell’Alighieri. Un progetto ambiziosissimo di cui, com’è noto, alla fine non si fece di nulla, e del quale il cartone assemblato per il museo resta la più preziosa ed esaustiva testimonianza. Cinque anni e passa di intenso lavoro sono stati necessari per portare il centro Zeffirelli nella città natia dell’artista, Firenze. Tra le mete ventilate, nel corso del tempo, gli Usa, altre città in Europa, persino Mosca.
Un patrimonio da conservare
“Abbiamo rischiato che il Maestro e il suo grande patrimonio culturale e teatrale andassero via dall’Italia. Oggi saremmo qui a versare lacrime di coccodrillo – ha ricordato il sindaco Nardella, ringraziando a distanza il regista, impossibilitato ad intervenire alla cerimonia -. Siamo invece riusciti a tenerlo legato al suo paese e alla sua città e a dimostrare a tutto il mondo che l’Italia non è solo il posto da dove i talenti scappano e che Firenze non è la città ingrata come fu con grandi uomini come Dante Alighieri”. In assenza di Zeffirelli, a suggellare, sia pur per interposta persona, una volta per tutte la certificata unione con il capoluogo toscano ha pensato il figlio adottivo Pippo: “Se il Maestro oggi fosse qui con noi, esprimerebbe un grande messaggio di felicità per la missione compiuta. Il suo obiettivo era riuscire a portare questo grande patrimonio nella sua città, e ci è riuscito”, ha detto. Il 31 luglio, in occasione dell’inaugurazione ufficiale, red carpet e personaggi celebri, come Andrea Bocelli e il compositore Nicola Piovani.