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Covid Italia: dal 18 maggio probabile addio all’autocertificazione

Si va verso la riapertura di estetisti, parrucchieri e centri sportivi

La situazione sta andando lentamente ma gradualmente meglio, i dati sono abbastanza confortanti ma è il momento più difficile e delicato in cui dobbiamo prestare più attenzione per riprendere in assoluta sicurezza”. Lo ha affermato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Oggi terrò due incontri, con le associazioni di categoria al tavolo della competitività e con i sindaci; con tutti insieme cercherò di mediare e valutare se aggiungere alcune attività a quelle che saranno previste dal provvedimento dello Stato”. Lo ha affermato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a proposito delle riaperture della Fase 2.

Continuano le polemiche sulle mascherine

“Come fanno a rimetterci? Ho detto che se i distributori e i farmacisti comprano a un prezzo maggiore gli viene ristorata la differenza. Ma ora è tutto risolto, ci siamo capiti e andiamo avanti insieme”. Così il commissario Domenico Arcuri a proposito della polemica sulle mascherine a 0,50 centesimi più Iva che dovrebbero essere in vendita nelle farmacie. “Pensavo che sarebbe stata durissima e lo è – osserva – ma sento davvero forte il sostegno del presidente Conte e di tutti i ministri. Non mi sento né solo, né abbandonato. Le ragioni per cui è durissima hanno anche a che fare con l’organizzazione del nostro Stato e l’incontro-scontro fra l’emergenza e chi vi assiste dalle poltrone dei talk show o scrive sui social”. Per sopperire alla mancanza di un’industria nazionale, spiega Arcuri, l’Italia ha lanciato “un incentivo in cinque giorni” per promuoverne la nascita; “infatti oggi 129 imprese si stanno riconvertendo o iniziando a produrre”. Racconta di quello che è successo e di come ‘viaggia’ una mascherina e della burocrazia e certificazioni che incontra lungo il percorso fino alla distribuzione. E rileva che “il costo di produzione è di 10 centesimi. L’Ima della famiglia Vacchi e la Fa meccanica del gruppo Angelini si sono messe a produrre macchine per mascherine. Fca e Luxottica ci danno gli stabilimenti per farle lavorare. Tutti senza guadagnarci. Quelle 129 imprese stanno iniziando a entrare a regime: è un processo iniziato ai primi di aprile, ora siamo ai primi di maggio e la produzione nazionale copre già il 15% del fabbisogno. A ottobre sarà il 100%”. Il fabbisogno di mascherine oggi è di “trenta milioni al giorno. Noi ne abbiamo distribuite 4 milioni al giorno in fase 1, quasi8 ora. Tra poco le distribuiremo gratis anche ai meno abbienti. Il prossimo passo sarà un accordo con i tabaccai”. Sui test sierologici “va anche detto che oggi non c’è al mondo un test sierologico sicuro al 100%. La velocità della ricerca è stata forsennata. E il test di certo non è una patente di immunità, serve a sapere come si è mosso il virus. E vanno evitati il più possibile i cosiddetti test rapidi. A volte i cittadini ignari pagano per test che servono a poco”. Mentre sui reagenti per i tamponi: “In Italia si sono già fatti 2,7 milioni di tamponi e 2,5 li abbiamo forniti noi. Il problema è che i reagenti oggi nel mondo sono scarsissimi e noi abbiamo bisogno di altri 5 milioni di dosi. Al solito ci sono quelli cinesi, con interrogativi sulla qualità”. Poi la questione dell’App per la tracciabilità: “La app è stata sottoposta a una complessa analisi sulla privacy e sulla sicurezza. Ora fornirà un allert che avvisa subito chi è stato in contatto con un contagiato. Il salto ulteriore sarà quando la app si collegherà al sistema sanitario nazionale”.

Linee guida a Regioni sulla riapertura

Le linee guida del governo per la Fase 2 sono pronte e sono state inviate ufficialmente alle Regioni: dal 18 maggio, seguendo le regole degli esperti del Comitato tecnico scientifico, potranno far ripartire le attività valutando autonomamente quali riaprire subito e quali invece devono ancora attendere, come i centri sportivi e le palestre per i quali si ipotizza il 25. “Si tratta di indicazioni che il governo dà per una tutela rigorosa ed esclusiva sul lavoro”, dice il ministro delle Autonomie Francesco Boccia in Parlamento ribadendo però la necessità di muoversi con la massima cautela: l’Italia “è un malato in condizioni migliori di prima. Ma è pur sempre un malato, che non può permettersi ricadute”.

Prossimo step: lunedì 18 maggio

Lunedì ci sarà dunque il primo banco di prova per il secondo step della Fase 2, anche se le difficoltà già si intravedono: i documenti tecnici riguardanti negozi, bar, ristoranti, spiagge, estetisti e parrucchieri fissano paletti molto stringenti. Questi ultimi, ad esempio, potranno essere aperti anche domenica e lunedì, dovranno allestire degli spazi all’aperto per far attendere i clienti e distanziare le postazioni di due metri. Non sarà possibile neanche leggere una rivista e lo shampoo sarà obbligatorio, così come mascherine, guanti e visiere per i lavoratori e mascherine per i clienti. Tutte norme che, come quelle per bar e ristoranti, hanno già suscitato le reazioni delle associazioni di categoria che le hanno bollate come “irricevibili” e “del tutto inapplicabili”. Molti hanno già detto che a queste condizioni non potranno riaprire, perché soprattutto per chi ha locali piccoli sarà impossibile far rispettare il distanziamento sociale senza andare in perdita. Boccia ribadisce però che proprio quelle regole sono l’unica alternativa al lockdown. “Dobbiamo abituarci all’idea che nella seconda fase, ripartendo il lavoro, il rischio” di nuovi contagi si sposterà “nei luoghi di lavoro. E noi dobbiamo evitarlo con tutte le forze”. Una prima risposta su quanto è ancora malata l’Italia arriverà nelle prossime ore con i dati sull’andamento della curva epidemica monitorati dall’allentamento delle misure il 4 maggio.

Centri sportivi e palestre

E la settimana che si apre lunedì potrebbe essere quella buona per un altro settore ancora fermo: centri sportivi e palestre. “Le riapriremo massimo entro il 25 maggio, se possibile anche prima. Deve partire tutto lo sport di base, devono riaprire tutti quei centri che sono una grande risorsa nelle città italiane”, ha annunciato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora in Parlamento sottolineando che il governo è pronto a trovare risorse per tutte quelle realtà che potrebbero avere problemi ad attuare il protocollo di sicurezza. Perché anche in questo caso si tratta di indicazioni molto complesse tanto che l’Unione Italiana Sport (Uisp) ribadisce che proprio sul tema della sicurezza “continuano a mancare la chiarezza necessaria per subordinare i relativi comportamenti dei vari soggetti sportivi alla riapertura”. L’altro cambiamento in arrivo da lunedì è l’addio più che probabile all’autocertificazione, poiché con le riaperture di buona parte delle attività non sarà più necessario giustificare gli spostamenti. Il modello resterà invece per i movimenti da una regione e l’altra, che saranno possibili solo per motivi di necessità e lavoro.

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