Nelle filosofie spesso il centro del corpo, cioè la parte addominale, viene considerata l’elemento fondamentale per l’intero equilibrio dell’esistenza. E in effetti nel nostro intestino c’è un tesoro dal valore inestimabile, una potenziale arma di cura per molte malattie, sui cui segreti si va facendo luce attraverso sofisticate tecniche di “metagenomica”, per studiare a tappeto l’intero Dna di tutti i microrganismi che costituiscono la flora intestinale. In sostanza dentro di noi coabitano microrganismi “amici” che ci aiutano non solo a digerire ma anche a tenere a freno reazioni immunitarie sproporzionate e deleterie per il nostro organismo, causa di tante malattie, dal colon irritabile alla sclerosi multipla. E ancora a proteggerci dall’obesità e dal diabete.
Questo argomento è stato al centro di un aggiornamento all’Università Cattolica di Roma: il meeting “Microbiota, nutrizione e salute” organizzato dalla Associazione Europea di Gastroenterologia, Endoscopia e Nutrizione e il Workshop Internazionale sul ruolo di Helicobacter – il batterio dell’ulcera – e del microbiota nell’infiammazione e nel cancro, a cura del Gruppo di Studio Europeo su Helicobacter. All’appuntamento è stato presente anche il Nobel 2005 per la Medicina Barry James Marshall, cui è stata conferita dall’Università Cattolica la laurea honoris causa in Medicina e chirurgia. Marshall, che ha ricevuto il Nobel per aver scoperto il ruolo del batterio H. pylori nell’ulcera, ha rievocato gli eventi salienti che lo hanno portato alla scoperta, grazie alla quale rapidi passi avanti nella cura dell’ulcera e nella prevenzione del cancro gastrico sono stati fatti.
Ora di Helicobacter si sa molto di più e studi nel nostro ateneo appena presentati hanno dimostrato il suo ruolo nell’aumentare, fino anche a raddoppiarlo, il rischio di infarto e di altri eventi cardiovascolari acuti, compreso l’infarto grave ad alta potenzialità letale, detto “Stemi”. Un duplice studio condotto da Francesco Franceschi, direttore della Medicina D’Urgenza e Pronto Soccorso e dal Prof. Filippo Crea, ordinario di Cardiologia è andato a fondo sui meccanismi con cui Helicobacter può aumentare il rischio di infarto: è emerso il coinvolgimento di una tossina prodotta dal batterio, chiamata cag-A, la quale induce una risposta immunitaria da parte del paziente, con produzione di anticorpi. Abbiamo scoperto in esperimenti in vitro che questi anticorpi si legano a una proteina presente sulle placche di arterosclerosi e così facendo aumentano la probabilità che la placca si frantumi andando ad ostruire il circolo sanguigno nelle arterie che ossigenano il cuore, le coronarie. Questo meccanismo è coerente col fatto che all’aumentare della concentrazione di anticorpi anti-tossina sale il rischio cuore.
Ma il congresso ha avuto come protagonista anche il microbiota, e in particolare una nuova terapia che è stata definita dai membri della Società Americana di Gastroenterologia uno dei più innovativi nuovi trattamenti del XXI secolo, il trapianto di flora intestinale. La flora batterica di un donatore sano viene isolata e purificata e il liquido che si ottiene somministrato al paziente. Al Gemelli abbiamo dimostrato che il metodo è una cura efficace per le infezioni ricorrenti da Clostridium difficile – e il Policlinico è attualmente l’unico centro in Italia ed uno dei pochi centri al mondo a praticare di routine questa terapia.
Antonio Gasbarrini
professore ordinario di Gastroenterologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore
Policlinico A. Gemelli di Roma