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22.253 i contagi in Italia. 233 i morti. 2.022 i ricoverati in terapia intensiva

Uno studio: "Le strategie basate sulla classe di età possono aiutare a mitigare gli effetti di rimbalzo dell'epidemia".

In Italia, oggi,  il numero dei contagi registrati è pari a 22.253. Gli attualmente positivi sono 396.512 Il numero delle vittime è in totale 39.059 (233  in più rispetto a ieri). I casi totali sono 731.588. Il totale dei dimessi guariti è 296.017.  I ricoverati in terapia intensiva sono 2.022. Le persone in isolamento domiciliare sono 374.650. I pazienti ricoverati con sintomi ammontano a 19.840. Il totale dei casi testati è pari a 9.783.603. I tamponi effettuati oggi sono 135.731, per un totale di 16.103.649.

La situazione regionale

La regione in testa alla classifica per maggior numero di positivi registrati è la Lombardia con 5.278 casi. Seguono la Campania 2.861, la Toscana 2.009, il Piemonte 2.003, il Lazio 1.859, l’ Emilia Romagna 1.652 e  il Veneto 1.544. La regione con il minor numero di positivi è il Molise con 101 casi.

Una ricerca svela che servono lockdown locali e per età fino al vaccino

Un gruppo di ricercatori italiani guidati da Antonio Scala, presidente della Big Data in Health Society e ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, hanno pubblicato un articolo che è stato poi pubblicato lo scorso mese di agosto su Nature Scientific Reports.

I ricercatori hanno costruito ed analizzato degli scenari coerenti con i dati scientifici ed epidemiologici raccolti sulle fasi iniziali della pandemia Covid-19 in Italia ed hanno scoperto le conseguenze di tutta una serie di scelte possibili per uscire dai lockdown. Tante sono state le ipotesi vagliate.

I ricercatori hanno detto che : “Se si riuscisse a calibrare con efficacia mirata la percentuale di popolazione isolata e la sua specifica articolazione in termini territoriali e in classi di età, senza interrompere l’economia, l’epidemia potrebbe essere contenuta fino alla creazione, produzione e distribuzione di un vaccino“. La ricerca sottolinea, inoltre, quanto sia importante raccogliere dati regionali e provinciali, per evitare che “le dinamiche locali rischino di essere mascherate osservando il sistema nazionale aggregato. I risultati mostrano che molto probabilmente, sarebbe meglio uscire dal lockdown con un calendario cadenzato sulla base dell’evoluzione dell’epidemia di ogni singola regione”.

 

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