Come nel gioco dell’oca, si ritorna al punto di partenza sull'ipotesi d’accordo tra centrodestra e grillini. Si partiva dal fatto che il criterio fosse uno per schieramento, ma ora non va più bene. Il centrodestra ha presentato il sen. Paolo Romani, ma Di Maio ha detto di no spinto da una parte dei suoi a richiedere “candidati di garanzia”.
Va da se, che non essendo nessuno degli schieramenti in grado di avere voti per far passare il proprio candidato, potrebbe capitare ai pentastellati di sentirsi rispondere di no al proprio candidato con la stessa motivazione da loro utilizzata.
Insomma il cammino per eleggere il presidente del Senato e della Camera dei Deputati, da questo momento, con veti così dichiarati, diventa più difficoltoso di prima. Sono certo che i leader impegnati se ne rendano conto… a vederli così sicuri di se stessi, sembra proprio di sì.