Dopo gli attacchi sferrati in questi ultimi anni contro la Unione Europea da parte degli euroscettici quando non da coloro che hanno dichiarato reiteratamente di volerla liquidare; da quando si è aperta la crisi della Brexit, a quando apertis verbis Trump è uscito allo scoperto contro l’Europa incitando peraltro gli inglesi a non avere indugi sull’abbandono dell’Europa, ed anzi ha promesso loro compensi nell’affrontare i costi della uscita, a chiunque degli osservatori e analisti, si è accresciuto il convincimento che gli europeisti, in questa fase avrebbero dato senza sosta impulso allo sviluppo dell’Unione. È stato scontato che finalmente avrebbe dato una risposta ai cosiddetti Stati guida del mondo, che scorrazzano a piacimento in ogni scacchiere regionale, ed addirittura finanziano più o meno allo scoperto, tutti i partiti del vecchio continente dichiaratamente anti UE, pur di mantenere un equilibrio politico mondiale senza l’ingombro di una nuova grande democrazia come è l’Europa che sul piano tecnologico, militare, economico, e di potenza intellettuale e tecnica dei propri cittadini, non ha da invidiare nessuno al mondo.
Ma purtroppo nessuna mossa mostra che si è imboccata questa strada. È come se le élite europee fossero accomunate dal desiderio di non vedere a tutti i costi quello che accade. Infatti può accadere che in Africa ci sia una espansione imbarazzante della influenza cinese senza che importi nulla a nessuno e mentre sullo stesso continente nero, pur prospettandosi nei prossimi 30 anni una sensibile crescita demografica, non ci siano ne programmi ne economici, ne programmi di cooperazione, insomma a tenere banco è il tema se far sbarcare o non, come se fosse una congiuntura momentanea e non un fenomeno che ci interesserà almeno per il prossimo secolo. In medio oriente poi, può accadere di tutto ma l’Europa al massimo esprime timidamente qualche concetto di principio. Gli ultimi accadimenti poi hanno del clamoroso: gli USA si ritirano dalla Siria e consentono il libero arbitrio al nuovo nazionalismo turco che immancabilmente si ripercuote sui martoriati curdi ( pur sostenuti fino a pochi mesi fa da Trump ) e che da Erdogan si aspettano di tutto.
Gli europei devono smetterla di pensare che il massimo del loro spazio nel mondo è quello commerciale, attività che peraltro viene portata avanti ogni paese per proprio conto. Se l’Europa non irrompe unitariamente nelle vicende internazionali, almeno nelle aree di crisi nelle regioni internazionali viciniori, non avrà mai capacita’ di garantire i propri commerci, non potrà garantire la propria autonomia. Ecco perché penso che per diverse implicazioni che l’Europa o cambia registro o uccide se stessa, o diventa quello che tantissimi europei auspicano, o si farà il gioco di chi vuole mummificare le leadership mondiali.