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L’Istat conferma: a gennaio la deflazione più alta degli ultimi 50 anni

L’Italia a gennaio è tornata in deflazione, toccando i minimi degli ultimi cinquant’anni. Lo rende noto l’Istat, scondi cui a gennaio 2015 il costo nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività e diminuito dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,6% rispetto a gennaio 2014. Tutte le grandi città sono investite dal fenomeno, con un’eccezione per Parma, che segna una variazione nulla e Bolzano, dove l’inflazione si ferma allo 0,3%. Questo non accadeva dal settembre 1959, quando si registrò un decremento dell’1,1%.

A risentirne anche in carrello della spesa: sempre secondo i dati i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza diminuiscono dello 0,5% rispetto al mese precedente per effetto principalmente dei ribassi dei prezzi dei carburanti e registrano una flessione su base annua (-1,4%) di ampiezza quasi tripla rispetto a quella rilevata a dicembre (-0,5%). La deflazione è quel fenomeno per cui si assiste ad un abbassamento del prezzo dei prodotti dovuto non all’aumento del potere di acquisto, ma causato dalla mancanza di consumi, che costringono i commercianti ad abbassare la richiesta per consentire ancora la possibilità di compravendita. Per cui se giudichiamo negativa l’inflazione, ovvero l’aumento dei prezzi per l’adeguamento dei costi di produzione, trasporto, materie prime, ecc, la deflazione è il gradino successivo che diminuisce il margine di guadagno per tutti, impoverendo il Paese.

La flessione su base annua dell’indice generale è dovuta in larga misura all’accentuarsi della tendenziale caduta dei prezzi dei beni energetici, in particolare quelli non regolamentati, e al rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, con particolare riguardo a quelli relativi ai Trasporti, questi ultimi condizionati da fattori regionali A contenere in parte il calo è l’aumento dei Vegetali freschi, che aumentano del 6,8%, anch’essi influenzati dalla stagione. Comunque in totale l’inflazione acquisita per il 2015 è parti allo 0,6%. In compenso, grazie soprattutto all’euro debole, gli ordinativi dell’industria italiana a dicembre mettono a segno un deciso rialzo, salendo del 4,5% su novembre, con un’impennata all’estero (+8,1%). Lo rileva l’Istat, registrando un aumento del 5,8% su base annua. Non si registrava una crescita così forte sul mercato estero, fa sapere sempre l’Istat, da settembre del 2009, ovvero da oltre cinque anni.

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