Il cammino delle donne non è affatto finito ma anzi è un percorso in progressione verso l’obiettivo della parità e delle pari opportunità su cui si misura il livello di civiltà e democrazia di un Paese. Non vogliamo rinunciare a dare all’Italia quel valore aggiunto che viene dalle donne e di cui ha necessità. Questo per rendere il Sindacato, dal punto di vista interno, più moderno e al passo coi tempi; per una “nuova stagione di democrazia e di rappresentanza” che non può prescindere da un rinnovato impegno e protagonismo sui territori degli uomini e delle donne sindacaliste; dal punto di vista esterno, per consolidare quel “sistema di partecipazione” più maturo in ambito lavorativo, sociale, economico e non solo, che per essere tale non può ignorare il punto di vista degli uomini e delle donne, dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate, insomma della società nel suo insieme.
Proprio per essere coerenti con quel pragmatismo, tipico delle donne, che mette al centro la persona, il territorio e l’impresa, nei prossimi mesi e per tutto il 2015 il Coordinamento Nazionale Donne, d’intesa con il Dipartimento Politiche Migratorie donne e giovani, lavorerà al fianco della Cisl per sostenere le mobilitazioni in atto sui grandi temi del fisco, della previdenza e del lavoro anche rilanciando la propria attività all’interno dei suoi specifici gruppi di azione e di proposta. Ricco anche il calendario di appuntamenti ed iniziative che nel corso dell’anno vedranno impegnato il Coordinamento in maniera diretta, a partire dalla prossima Giornata Internazionale dell’8 marzo che sarà dedicata al sostegno del Progetto Iscos a tutela delle donne e dei bambini del Pakistan.
Dunque bisogna privilegiare quel “modello organizzativo di genere” che mette al centro la territorialità e il “federalismo del fare” ovvero la capacità di valorizzare le specificità dei bisogni provenienti da ogni territorio e da ogni categoria pur nel rispetto di una cornice generale. E’ un modello organizzativo che da sempre punta a privilegiare il “fare rete” fra le donne presenti nei diversi organismi dirigenti, nei coordinamenti, fra le Rsu e le lavoratrici iscritte alla Cisl. L’intento resta sempre lo stesso, quello di accrescere la “cultura di genere” che improntata all’empowerment e al mainstreaming, principi fondanti della “Conferenza di Pechino”, a 20 anni dalla loro diffusione, si confermano attuali e necessari per garantire la piena rappresentanza e rappresentatività femminile a tutti i livelli.