Nei giorni scorsi Papa Francesco ha diffuso un messaggio in occasione della Giornata Missionaria Mondiale che nel 2021 si celebrerà il prossimo 24 ottobre.
Tanto premesso, questa importante Giornata in favore dell’attività missionaria fu istituita da Papa Pio XI nel 1926 con l’obiettivo di far sì che tutti i fedeli si impegnino a sostenere, attraverso gesti di solidarietà concreta, la pregevole opera svolta dai missionari.
In particolare, considerato il difficile frangente segnato dalla pandemia da Covid-19 che il mondo sta attraversando, Papa Francesco ha sottolineato che la situazione ha evidenziato e amplificato il dolore, la solitudine, la povertà e le ingiustizie di cui tanti soffrivano e ha smascherato le nostre false sicurezze e le frammentazioni e polarizzazioni che silenziosamente ci lacerano.
Il tema del 2021
In particolare, in questo anno molto difficile, il tema di questa Giornata sarà il seguente: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” che racchiude in sé l’invito a ciascuno di noi a farsi carico attraverso una azione evangelizzatrice che rappresenta l’identità più fulgida della Chiesa e dei primi cristiani che fecero il bene con generosità e gratitudine.
In questa giornata speciale e soprattutto in questo momento storico estremamente difficile e ricolmo di sofferenza, è fondamentale che ognuno di noi ricordi e valorizzi attraverso proficue azioni quotidiane connotate da empatia e altruismo l’opera dei missionari. Essi, grazie alla loro dedizione e generosità, prestano aiuto a popolazioni lontane rendendo un encomiabile tributo al pensiero di Papa Francesco espresso nell’Enciclica Fratelli Tutti. Qui si sintetizza perfettamente lo spirito più profondo della Giornata Missionaria Mondiale: “Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Alimentiamo ciò che è buono e mettiamoci al servizio del bene. Tutti abbiamo una responsabilità riguardo a quel ferito che è il popolo stesso e tutti i popoli della terra. Prendiamoci cura della fragilità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, con quell’atteggiamento solidale e attento, l’atteggiamento di prossimità del buon samaritano.