La recente Giornata internazionale del volontariato si è confermata un appuntamento irrinunciabile per il sistema dei Centri di servizio per il Volontariato, al fine di mettere in luce il ruolo di oltre cinque milioni di donne e uomini che svolgono quotidiane azioni di solidarietà.
L’iniziativa Va’ Buono
In occasione di questa importante ricorrenza e considerato l’avvicinarsi del Santo Natale il Centro di Servizio per il Volontariato di Padova e Rovigo ha deciso di porre in essere un’iniziativa solidale denominata Va’ Buono, nata in occasione della chiusura dell’anno da Capitale europea del volontariato. La stessa, attraverso tre pacchi solidali, si pone come obiettivo quello di donare un’esperienza di volontariato e sostenere quanti sono in difficoltà per via dell’emergenza sanitaria. Interris.it ha intervistato in merito a questa esperienza Emanuele Alecci presidente del Csv di Padova e Rovigo.
L’intervista
Qual è per Lei il significato della recente Giornata Internazionale del Volontariato?
“Ha un significato molto importante perché, da molti anni ormai, l’Onu ha deciso di dedicare una giornata al mondo del volontariato in quanto lo stesso è strategico, importante e risolutivo per tante questioni. Si pensi soltanto a quello che è stato per quanto riguarda il periodo del lockdown più profondo in cui, senza volontariato, sarebbe stato tutto molto più complicato. Vent’anni fa – nel 2001 – l’Onu decise di dedicare un anno al volontariato e poi, dieci anni dopo, lo ha fatto anche l’Unione Europea. Penso però che, vista l’importanza del volontariato in questi ultimi anni – ed in particolare nel 2020 – dedicare solo un giorno a questo sia un po’ poco. Per questo motivo, io con molti altri, mi sono fatto promotore di una richiesta al Presidente del Consiglio, non di un investimento economico, ma di dedicare tutto il 2022 al volontariato perché, una sola giornata, è troppo poco per dire grazie”.
Come nasce l’iniziativa solidale denominata Va’ Buono e che obiettivi si pone?
“L’iniziativa Va’ Buono è molto bella e la mettiamo a disposizione non solo delle provincie di Padova e Rovigo ma di tutti coloro che vorranno usufruirne, basta che si mettano in contatto con noi. Esso nasce dopo l’anno di Padova capitale europea del volontariato che è stato nel 2020, in quell’occasione abbiamo pensato di costruire un’iniziativa che permettesse di provare un’esperienza di volontariato anche alle persone che di questo mondo ne hanno solo sentito parlare. Particolarmente nei giorni del Natale ma anche quando si desidera fare un regalo ogni persona può donare questo pacchettino al cui interno vi sono diverse cose belle ma fondamentalmente si offre un’esperienza di volontariato in una organizzazione che è stata precedentemente individuata e quindi sarà disponibile ad accogliere il destinatario di questo regalo. È un ‘esperienza che sta avendo molto successo, tantissime persone ci stanno chiedendo questi pacchettini che sono di tre tipologie e, molti di quelli che hanno avuto questo regalo, poi sono rimasti a fare volontariato. Tutto quello che viene raccolto come donazione da parte di chi acquisterà questo prodotto solidale viene devoluto alle organizzazioni di volontariato che partecipano a questa iniziativa”.
In che modo il mondo del volontariato e la cittadinanza attiva possono aiutare le persone in difficoltà in questo frangente connotato dalla pandemia da Covid-19?
“Il volontariato permette di fare due cose, si hanno due regali, il primo è che fa bene a chi lo fa, è provato scientificamente che chi fa del volontariato poi sta un po’ meglio. Non solo sta meglio ma guadagna del tempo perché – questo tempo – lo si riempie di cose importanti. Il secondo regalo è quello di costruire qualcosa di nuovo perché, quando si è immersi in questo mondo, si vedono cose che gli altri non vedono e si edifica qualcosa di nuovo per la comunità intera. Dopo il Covid-19 avremo la possibilità di costruire le nostre comunità in maniera diversa. Credo che l’esperienza del volontariato, della gratuità e del dono siano le fondamentali basi per costruire qualcosa di nuovo. L’Europa intera ha bisogno di ritrovare il suo stare insieme e quindi la comunità di cura che è in grado di curare, sia attraverso le istituzioni che il mondo del volontariato e del terzo settore. Questo è il grande progetto che deve avere il mondo del volontariato italiano”.