“Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele non c’è prezzo, non c’è misura per il suo valore. Un amico fedele è medicina che dà vita: lo troveranno quelli che temono il Signore”, si legge nel libro del Siracide. Ma che cos’è l’amicizia? Volendo dare una definizione potremmo dire che è una relazione tra due persone, basata sul rispetto reciproco e sulla fiducia. Un sentimento bellissimo, ma come riconoscere se si tratta di amicizia vera?
L’intervista
Fra Emiliano Antenucci è l’autore del libro L’amicizia è volare. “Vi ho chiamato amici” è la dolce voce dell’Amico degli amici, edizioni Insieme, che uscirà nelle librerie la prossima settimana. “La verà amicizia è come un ‘sacramento’, nasce dall’amore. Gli amici ti guardano negli occhi, si specchiano nella tua anima e ti fanno elevare lo sguardo al cielo. Gli amici rallegrano il cuore, ti fanno crescere in umanità e spiritualmente”. Interris.it ha intervistato fra Emiliano Antenucci, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, rettore del Santuario della Madonna del Silenzio in Avezzano (Aq) ed è stato nominato da Papa Francesco missionario della Misericordia in occasione dell’Anno Santo della Misercordia.
Fra Emiliano, a chi è rivolto questo libro?
“A tutti gli amici. Ho voluto fare una riflessione su che cos’è l’amicizia e un discernimento sui veri e falsi amici”.
Come si può fare questo discernimento?
“Aristotele diceva che ci sono tre tipi di amicizie: per piacere, per raccomandazione e per virtù. La prima è quando a due persone piace stare insieme, andare al cinema, giocare, insomma, quando si hanno gli stessi gusti. Ma è epidermica: può finire. La seconda, quella per raccomandazione, fondata sul reciproco scambio di favori… ma anche questa ha breve durata. Infine, abbiamo l’amicizia per virtù, quella vera, quando due persone si impegnano nel far crescere l’altro reciprocamente”.
Molte spesso sentiamo parlare delle nuove generazioni che non sanno più cosa siano le vere relazioni. Come far riscoprire loro il vero significato dell’amicizia?
“Dopo il grande periodo dell’isolamento a causa del Covid è necessario che ognuno di noi, non solo i giovani, utilizzi dei ‘farmaci naturali’, ossia la preghiera, l’amicizia, la carezza, l’abbraccio, la natura e le relazioni sociali. I giovani non hanno bisogno solo di cibo, ma soprattutto di carezze, di attenzioni, di amicizia che allarga il cuore e la mente e apre orizzonti nuovi alla vita”.
Nella Bibbia e nel Vangelo sono molti i riferimenti all’amicizia. ad esempio nel libro del Siracide dove c’è scritto: “Un amico fedele è balsamo di vita”…
“Bisogna ripartire dalla certezza che Dio è amico dell’uomo. L’amico è quella persona che ti è sempre accanto, ti consola nelle tribolazioni, ti asciuga le lacrime e, allo stesso tempo, condivide le tue gioie. Gesù stesso ci dice: ‘Vi ho chiamato amici’, un Dio che si mette al fianco dell’uomo. Nel libro del Siracide ci dice che l’amico è un tesoro, ma ci dice anche di confidare di uno su mille. Possiamo dire che ci sono i conoscenti, i confidenti e gli amici”.
Il sottotitolo del libro è: “Vi ho chiamato amici”, che riprende un passo del Vangelo. Dovremmo riscoprire Dio come nostro amico?
“Una volta ho chiesto a un bambino di circa 12 anni cosa fosse la preghiera. Mi ha risposto: ‘E’ un dialogo con un amico’. Con un amico cosa ci fai? Ci parli, ti confidi, ci giochi. Così dovremmo fare con Dio, riscoprirlo come nostro amico, dialogare con lui nella preghiera”.