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Fusaro (Caritas): “L’importanza di raccontare la quotidianità del conflitto in Ucraina”

L'intervista di Interris.it al dott. Ettore Fusaro, membro dell’Ufficio Europa di Caritas italiana, sull'attuale situazione in Ucraina

Il 24 febbraio 2022, da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, migliaia di civili hanno perso la vita e milioni di ucraini sono stati costretti a lasciare il loro paese senza più nulla. Questa guerra rappresenta il più grande conflitto militare in Europa dalla Seconda guerra mondiale e ha contribuito a fare cambiare profondamente l’ordine economico mondiale, attraverso le sanzioni comminate alla Russia, con lo scopo di condannare l’aggressione su larga scala. Sono stati mesi connotati da violenze e distruzioni inenarrabili in cui, a pagare il tributo più alto, è stata la popolazione civile inerme. Interris.it, in merito all’attuale situazione in Ucraina dopo quasi due anni dall’inizio del conflitto, ha intervistato il dott. Ettore Fusaro, membro dell’Ufficio Europa di Caritas italiana che, dopo l’aggressione russa a Kiev, si occupa di progetti di aiuto all’Ucraina.

© VaticanMedia

L’intervista

Qual è l’attuale situazione in Ucraina? In che modo Caritas sta aiutando la popolazione?

“In questo momento si sta avendo una situazione di stallo nel conflitto. Ormai da diversi mesi, nelle zone dell’est e del nord del paese, in tutta la fascia che va da Charkiv a Cherson, dove gli eserciti si fronteggiano, è come vedere ‘Niente di nuovo sul fronte occidentale’. Ci sono battaglie molto cruente per conquistare poche centinaia di metri e, da entrambe le parti, c’è uno stallo. Inoltre, dopo l’emersione di altre emergenze internazionali, come quella israelo-palestinese, l’Ucraina è uscita dagli scenari comunicativi e non si trovano soluzioni a questa situazione. Ormai il paese, da venti mesi, sta vivendo la guerra e, di conseguenza, una situazione emergenziale. C’è un numero enorme di sfollati interni ed è necessaria una riorganizzazione delle strutture per lavorare sulle conseguenze che, in genere, i media non raccontano, ovvero della quotidianità stravolta dal conflitto e delle comunità che si vengono a creare con lo spostamento di un gran numero di persone. Pochi giorni fa, ad esempio, c’è stata l’evacuazione di una decina di piccoli insediamenti e villaggi attorno alla regione di Charkiv. Su questi temi, Caritas italiana, sta supportando le Caritas in Ucraina, ossia quella che fa riferimento alla chiesa greco cattolica e l’altra che fa riferimento alla chiesa latina, attraverso una serie di interventi, come ad esempio il finanziamento della colletta legati agli interventi di emergenza messi in atto dalle Caritas che, nel paese, sono il primo operatore umanitario per il numero di interventi svolti. Successivamente mettiamo in campo una serie di azioni su temi diversi, come la disabilità legata al conflitto, la tutela della salute mentale, il supporto alle aree rurali del paese che, in linea di massima, sono poco attenzionate nonché il tema dei minori e della loro salvaguardia. Questo avviene principalmente nelle aree centrali e occidentali dove, il flusso dei rifugiati interni, è più importante mentre, gli aiuti di emergenza vengono dati nelle aree più vicine al conflitto”.

L’inverno si sta avvicinando. Quali saranno le emergenze più impellenti per la popolazione in difficoltà? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra opera?

“Speriamo che, quello in arrivo, non sia un inverno troppo rigido. Sono già iniziati i tagli dell’energia elettrica e c’è la paura di attacchi alle infrastrutture energetiche da parte russa. C’è un forte bisogno di attività di supporto nelle aree dell’est più vicine al conflitto attraverso l’acquisto di piccole attrezzature per la riparazione leggera. Un’esplosione, ad esempio, può infrangere i vetri di un’abitazione e, se la temperatura esterna è di – 20, è molto importante avere a disposizione questo tipo di attrezzature, legna da ardere o kerosene per le stufe. In alcune zone del paese, la rete elettrica, non è più disponibile e c’è bisogno di scaldare le case in altri modi. Inoltre, c’è la programmazione dell’assistenza alla popolazione sfollata dal punto di vista sanitario e psicologico. Questa è la grande emergenza di un popolo che, da ormai venti mesi, vive un conflitto. Fortunatamente, da qualche settimana, specialmente nelle zone centrali e occidentali, gli attacchi missilistici sono diminuiti. È possibile supportarci attraverso le collette con Caritas Italiana che, con Caritas Ucraina e Caritas Spes, hanno una serie di partenariati finalizzati a sostenere molte realtà”.

bandiera ucraina
Foto di Max Kukurudziak su Unsplash

Qual è l’auspicio di Caritas per la pace in Ucraina?

“La situazione Ucraina è collegata a molte altre e, come dice il Papa, questa è una Terza guerra mondiale a pezzi. La paura è che, i pezzi, possano fondersi. Stiamo vivendo un periodo storico connotato da un cambiamento degli equilibri di potere. Oggi, a mio parere personale, per parlare di pace e di dialogo, si ha bisogno di un nuovo linguaggio e di esempi nuovi. Bisognerebbe raccontare la quotidianità oltre il conflitto nelle zone di guerra perché purtroppo, il dialogo tra le parti, avviene in maniera neutra, filtrato dai social media e dalle diplomazie. Quindi, il far raccontare ed incontrare le persone, potrebbe essere un fattore per favorire la pace. L’auspicio di Caritas è che, il conflitto in atto, si fermi il prima possibile. Due anni di guerra, umanamente, economicamente e culturalmente impegnativa, alle porte dell’Europa è devastante. Tutti ne stiamo pagando le conseguenze, sia in Ucraina che nella Russia più difficile da raccontare”.

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