In Italia, secondo le ultime rilevazioni effettuate dall’Istat, le studentesse e gli studenti con disabilità, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, rappresentano oltre il 4 % del totale della popolazione studentesca e, la loro inclusione, è uno degli indici principali della realizzazione concreta dei principi di democrazia e uguaglianza sanciti dai nostri padri costituenti.
L’azione di Cbm Italia
CBM Italia è un’organizzazione internazionale impegnata nella promozione dei diritti alla salute, all’educazione, al lavoro e all’inclusione delle persone con disabilità dove c’è più bisogno, nel mondo e in Italia. In particolare, in questo anno scolastico appena iniziato, l’azione di CBM Italia nel nostro Paese, è focalizzata sul percorso didattico “Cambiamo sguardo”, il quale, attraverso l’attuazione di diverse buone pratiche, intende favorire la piena partecipazione degli studenti con disabilità. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato il dott. Massimo Maggio, direttore di CBM Italia.
L’intervista
Dott. Maggio, come si sta connotando l’impegno di CBM Italia per favorire l’inclusione delle persone con disabilità nella società?
“L’inclusione delle persone con disabilità nella società, per CBM Italia, è fondamentale e fa parte della nostra missione fondativa. Questo valore presuppone che, tutti i cittadini, vivano insieme all’interno di un mondo più inclusivo e in grado di valorizzare le attitudini di ognuno. A tal proposito, abbiamo pensato di sviluppare il progetto ‘Cambiamo sguardo: dire, fare, parlare di disabilità’, che stiamo portando avanti da diversi anni, nelle scuole di ogni ordine e grado, il quale rappresenta un percorso didattico di promozione dei diritti delle persone con disabilità e, il suo fondamento, risiede nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.”
Quali sono le peculiarità della nuova edizione di questo progetto?
“Quest’anno si sta tenendo la seconda edizione del progetto. La prima novità è la sua apertura alle scuole di ogni ordine e grado, ovvero dalla scuola dell’infanzia fino al termine della scuola secondaria di secondo grado. Le attività proposte si articolano attraverso una formazione online e la fornitura di un kit da utilizzare nel contesto didattico ed extra scolastico. In particolare, la formazione a distanza, è organizzata attraverso quattro moduli dalla durata di venti minuti l’uno, focalizzati sull’importanza del linguaggio inclusivo in quanto, le parole, hanno un peso e devono focalizzarsi sulla centralità della persona. Il secondo modulo invece si basa sulla Convenzione ONU concernente i diritti delle persone con disabilità, la quale è bellissima ma, purtroppo, è anche poco conosciuta. Il terzo punto della nostra azione invece, si focalizza sull’’Agenda 2030 e sulla sua connessione con la Convenzione stessa. Infine, affrontiamo il tema della didattica inclusiva, attraverso la progettazione universale per l’apprendimento, ovvero un approccio pedagogico che tende a valorizzare le diverse caratteristiche di chi impara, sviluppando le potenzialità di ciascuno, sia all’interno che all’esterno degli istituti scolastici.”
Quali sono le vostre speranze per il futuro in riguardo allo sviluppo di questo progetto?
“Questo progetto è rivolto soprattutto alle generazioni più giovani. Loro saranno gli adulti di domani e, di conseguenza, dobbiamo essere in grado di creare una sensibilità maggiore attorno al tema dell’inclusione delle persone con disabilità, con la speranza di dare forma a un mondo migliore nel prossimo futuro. Attualmente, le attività poste in essere, stanno avendo un grande successo ed un rilievo nazionale, coinvolgendo migliaia di studenti. Chi desidera usufruire di questo progetto, può andare sul nostro sito e trovare tutte le informazioni necessarie. Le attività proposte sono gratuite e, per esigenze particolari, è sufficiente scriverci.”