“Sono una specializzanda in medicina. A noi più ‘grandini’ ci hanno ingaggiato sul Covid con dei contratti molto vantaggiosi. Questa cosa mi ha creato un po’ di scompenso perché noi avremmo fatto comunque il nostro lavoro, senza un’euro in più. Allo stesso tempo ho pensato che questi soldi potessero e dovessero comunque avere un senso. Ci sono famiglie che hanno immediato bisogno di pagare le bollette, la rata del mutuo, fare la spesa, insomma cose da famiglie. Ecco, io vorrei dare la disponibilità, per i prossimi cinque-sei mesi a coprire un po’ di queste spese, vorrei fare la cosa nella maniera più anonima possibile, quindi se qualcuno facesse da intermediario sarebbe un’ottima soluzione, così anche le famiglie non si sentirebbero in debito con una persona, ma con la provvidenza. Mettiamola così”.
Dalla lotta al Covid alla lotta alla povertà
E’ così, grazie alla generosità di un’operatrice sanitaria che, impegnata nella lotta al Coronavirus, per il suo lavoro ha ricevuto un aumento dello stipendio, che ha preso il via la campagna di micro-donazioni #1euroafamiglia per aiutare quelle famiglie che si trovano in difficoltà economica temporanea. Dalla lettera di quell’operatrice familiare che si è resa disponibile a destinare il suo compenso extra a famiglie in difficoltà, altre persone si sono unite alle associazioni del Forum delle Associazioni Familiari chiedendo la possibilità di dare il loro contributo. E’ nato così il Fondo Famiglie con l’obiettivo di raccogliere donazioni, ricevere richieste di aiuto e seguire i casi più urgenti. Il progetto non si configura solo come un aiuto economico, ma attraverso una rete di consulenti familiari e associazioni specializzate, offre a chi ne avrà bisogno servizi di supporto per qualsiasi necessità familiare.
L’intervista
“L’idea non è nata a tavolino, è una cosa che a me piace sottolineare moltissimo, ma ha preso il via da un’idea di una giovane dottoressa che a causa della pandemia è stata coinvolta molto di più sul lavoro con dei riconoscimenti importanti – spiega a Interris.it Cristina Riccardi, vice presidente del Forum delle associazioni familiari -. Rendendosi conto della situazione che le famiglie stavano vivendo e ritenendosi particolarmente fortuna, ha chiesto al Forum se ci fossero delle famiglie in difficoltà, in modo da poterle aiutare”.
La giovane dottoressa è così stata messa in contatto con una famiglia. Così ha preso il via questa campagna, con il Forum come intermediario. “Abbiamo pensato qualcosa che non escludesse nessuno, per questo chiediamo la donazione di un euro a famiglia, ovviamente che vuole donare di più lo può fare – ha aggiunto -. L’euro al mese non cambia la vita di chi dona, ma può essere molto importante per chi riceve“.
Un ottimo riscontro
“Questa è stata l’idea iniziale ed ha avuto un bel riscontro. Abbiamo avuto un po’ di problemi di gestione e sistemare il sito e un po’ di aspetti tecnici per la grande affluenza di donazioni”. Si pensava che passato il momento caldo della pandemia, le famiglie potessero “prendere un po’ di fiato”. In realtà continuano ad arrivare ancora richieste di aiuto, come spiega la Riccardi.
I beneficiari
“Noi ci siamo dati una sorta di target, per far passare un messaggio. In questi due anni le famiglie hanno tenuto duro, di questo se ne è parlato tanto – ha aggiunto -. Le famiglie sono una risorsa, sono in grado di sostenersi a vicenda. Il sostegno che questo progetto dà alle famiglie è puntuale, non va avanti ad oltranza. Si cerca anche di creare una rete per loro sul territorio, è importante creare delle sinergie. Questo anche perché c’è un obiettivo educativo: oggi tu hai bisogno, ti aiutiamo, ma tu cosa puoi fare per aiutare altre famiglie?“.
L’aiuto reciproco
Le famiglie che vengono aiutate per pagare le bollette, o l’affitto, o con le spese mediche, vengono coinvolte per aiutare altre che sono in difficoltà. “Non puoi dare un’euro? Non importa. Puoi donare del tempo? Benissimo. E così stiamo cercando di attivare un circuito di dono, un circolo virtuoso che possa far nascere relazioni“, spiega la Riccardi, sottolineando che alcune delle famiglie che hanno ricevuto donazioni poi si sono trasformate in donatrici.
Come donare
Per diventare un donatore e versare il proprio contributo al Fondo Famiglie basta andare sul sito www.fondofamiglie.org, scegliere l’importo che si vuole donare: 1 euro, ma anche 10 o 100 euro. Oltre alla sezione per chi vuole donare, sullo stesso sito è presente la sezione per chi chiede aiuto: è possibile chiamare il numero 329 9057101. Risponderà un operatore che raccoglierà le informazioni e le necessità della famiglia e verificherà se è possibile attivare il supporto economico. Dopo il colloquio, la famiglia riceverà un codice per accedere a un’area riservata nella quale compilare una scheda di richiesta di aiuto. Successivamente sarà contattata dai consulenti del Fondo Famiglie per completare la domanda. Le risorse saranno destinate seguendo alcuni criteri prioritari secondo i dati ISTAT: la presenza di figli minori, numero di figli, famiglie monogenitoriali. L’aiuto non si fermerà agli espetti economici, ma inserirà i destinatari dello stesso, in modo del tutto anonimo, all’interno di una rete di servizi di supporto.
I bisogni delle famiglie
Cristina ci spiega che le famiglie, seppur in un primo momento si trovano in imbarazzo perché costrette a chiedere aiuto, successivamente, soprattutto durante il colloquio personale emerge molta serenità e dignità. Sono arrivate molte lettere di ringraziamento. “Noi abbiamo pagato tante bollette di luce e gas, sono quelle spese che uno rimanda, affitti; queste sono le spese più numerose che abbiamo coperto – spiega -. Inoltre, queste famiglie che avendo un reddito, a volte due, fanno acquisti con piccoli finanziamenti che in tempo di pandemia magari non sono riusciti a pagare, quindi abbiamo coperto anche piccole rate per l’acquisto di frigoriferi piuttosto che dell’auto”.
Le famiglie una risorsa importante per il Paese
Ma aiutare economicamente le famiglie in momenti di difficoltà non basta. “Le famiglie sono la ricchezza del Paese. Il Forum delle associazioni familiari lo sostiene da sempre – conclude la vicepresidente -. Sono necessarie delle politiche che sostengano le famiglie perché sono una vera risorsa. Sul tema conciliazione famiglia lavoro c’è molto da lavorare. La pandemia ha posto sul tavolo delle questioni importanti. C’è tantissimo da fare. Io credo che l’assegno unico sia un primo passo, ma poi bisogna prendere in mano molti altri temi“.