La situazione dei pensionati italiani non è certamente tra le più brillanti. Le pensioni minime, riguardo al tasso inflattivo, sono state mantenute nel loro potere d’acquisto però il loro importo resta sempre molto basso e, di conseguenza, con circa 600 euro al mese, si rivelano insufficienti a far vivere bene coloro che le percepiscono. Occorrerebbe fare degli sforzi ulteriori, soprattutto nella direzione di non tagliare la cosiddetta perequazione delle pensioni, ovvero l’adeguamento delle stesse ai tassi di inflazione vigenti perché è fondamentale preservare e, ove possibile, elevare il tenore di vita dei nostri anziani.
Ribadisco con forza che, le cifre delle pensioni minime però, ad oggi, sono talmente basse da impedire un livello di vita adeguato e rendono molto difficile pagare un affitto a fine mese. Inoltre, coloro che percepiscono importi più alti ma, attualmente, subiscono il taglio delle perequazioni, vedono diminuire il loro potere d’acquisto e hanno diverse ricadute negative nella loro quotidianità. Il condizionamento di tutto ciò sull’intero ciclo economico è fortemente negativo, tale da far diminuire fortemente il livello generale dei consumi e la produzione industriale, che si si traduce in un Prodotto Interno Lordo più basso e una maggiore difficoltà dei giovani a trovare un lavoro dignitoso.