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Perché serve una collaborazione europea per la IA

Il Regno Unito corre per concordare una dichiarazione sui rischi dell’intelligenza artificiale con i leader globali. I funzionari di Downing Street si trovano in una corsa contro il tempo per finalizzare un comunicato concordato dai leader globali riguardo alle crescenti preoccupazioni relative all’intelligenza artificiale.

Questo sforzo affrettato arriva in previsione del vertice sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale (IA o AI) del Regno Unito, in programma il mese prossimo nello storico Bletchley Park. Il vertice, progettato per fornire un aggiornamento sulle linee guida di sicurezza mediate dalla Casa Bianca – oltre a facilitare un dibattito su come le agenzie di sicurezza nazionali possono esaminare le versioni più pericolose di questa tecnologia – deve affrontare un potenziale ostacolo. È improbabile che si raggiunga un accordo sulla creazione di una nuova organizzazione internazionale per esaminare attentamente l’intelligenza artificiale all’avanguardia, a parte il comunicato proposto.

Il nuovo “AI Safety Institute”, frutto di un’idea del governo del Regno Unito, mira a consentire un controllo relativo alla sicurezza nazionale dei modelli di intelligenza artificiale di frontiera. Tuttavia, questa ambizione potrebbe essere delusa se non si raggiungesse un consenso internazionale.
Claire Trachet, esperta del settore tecnologico e CEO di consulenza aziendale Trachet, ha dichiarato: “Penso che questo segni un momento molto importante per il Regno Unito, soprattutto in termini di riconoscimento che ci sono altri attori in tutta Europa che sperano di raggiungere gli Stati Uniti nello spazio dell’intelligenza artificiale. È quindi essenziale che il Regno Unito continui a bilanciare la sua spinta all’innovazione con la creazione di una regolamentazione efficace che non soffochi le prospettive di crescita del paese. Sebbene il Regno Unito possieda il potenziale per essere un leader nella corsa tecnologica globale, sono necessari sforzi concertati per rafforzare la posizione del Paese. Investendo nella ricerca, garantendo le catene di approvvigionamento, promuovendo la collaborazione e coltivando i talenti locali, il Regno Unito può posizionarsi come attore di primo piano nel plasmare il futuro delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale”.

Attualmente, il Regno Unito è un attore chiave nell’arena tecnologica globale, con il suo mercato dell’intelligenza artificiale valutato oltre 16,9 miliardi di sterline e destinato a raggiungere gli 803,7 miliardi di sterline entro il 2035, secondo l’US International Trade.

L’impegno del governo britannico è evidente attraverso il suo investimento di 1 miliardo di sterline nel supercalcolo e nella ricerca sull’intelligenza artificiale. Inoltre, l’introduzione di sette nuovi principi di regolamentazione dell’IA – incentrati su responsabilità, accesso, diversità, scelta, flessibilità, correttezza e trasparenza – dimostra l’impegno del governo nel promuovere un solido ecosistema di intelligenza artificiale.

Nonostante questi sforzi, le sfide incombono e la Francia emerge come un formidabile concorrente in Europa. Il miliardario francese Xavier Niel ha recentemente annunciato un investimento di 200 milioni di euro nell’intelligenza artificiale, compreso un laboratorio di ricerca e un supercomputer, volto a rafforzare la competitività dell’Europa nella corsa globale all’intelligenza artificiale. L’iniziativa di Niel è in linea con l’impegno del presidente Macron che ha annunciato 500 milioni di euro in nuovi finanziamenti a VivaTech per creare nuovi campioni dell’intelligenza artificiale. Inoltre, la Francia prevede di attirare le aziende attraverso il proprio vertice sull’intelligenza artificiale.

Claire Trachet riconosce l’intensificarsi della concorrenza tra Regno Unito e Francia, affermando che, sebbene la rivalità aggiunga complessità agli obiettivi del Regno Unito, può anche stimolare l’innovazione all’interno del settore. Tuttavia, Trachet sottolinea l’importanza che il Regno Unito trovi un equilibrio tra innovazione e regolamentazione efficace per sostenere le sue prospettive di crescita:“A mio avviso, se l’Europa vuole davvero avere un impatto significativo, deve sfruttare le proprie risorse collettive, promuovere la collaborazione e investire nella coltivazione di un ecosistema solido” e aggiunge: “Ciò significa unire le forze di Regno Unito, Francia e Germania, per creare possibilmente un’alternativa convincente nei prossimi 10-15 anni che sconvolgerà il panorama dell’intelligenza artificiale, ma, ancora una volta, ciò richiederebbe una visione fortemente strategica e un approccio collaborativo”.

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