Le pari opportunità rappresentano la direttrice attraverso cui si snoda anche il Progetto promosso recentemente dalla Fondazione Bruno Visentini e dal Coni, con il patrocinio del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, dal titolo “Uomini e donne insieme più forti: competenza e rappresentanza nello sport, nell’impresa e nelle professioni”, giunto al suo terzo appuntamento “executive” per raccogliere a riguardo modelli di percorsi, esperienze e policy aziendali.
Anche se cambiano i contesti, i problemi delle donne nella vita lavorativa e professionale sono sempre gli stessi, o quantomeno simili; man mano che si procede verso i livelli più alti, quelli dirigenziali per intenderci, la presenza femminile si riduce sempre più “al lumicino”. Pertanto, se per l’Italia il lavoro è un problema, per le donne il lavoro resta il problema, dall’ingresso alle modalità di partecipazione.
Il Coni, come ha affermato il Presidente Malagò, sta facendo molto in questo senso, valorizzando soprattutto le competenze e la capacità delle donne in particolare a livello confederale; resta, invece, molto ancora da fare per quanto riguarda la rappresentanza nelle singole federazioni, in cui però riscontra anche una scarsa propensione delle donne a proporsi e a “metterci la faccia”. In questi casi, trattandosi di cariche elettive, ha aggiunto Malagò, è necessario che i due elementi fondamentali, pari opportunità e voglia di mettersi in gioco, viaggino assieme.
Come donne Cisl, diciamo che ciò è vero solo in parte, resta invece l’annoso problema di natura politica, cioè la mancanza di strategie adeguate per consentire alle donne di mettersi in gioco; la questione della cura familiare, ad esempio, che grava sulle spalle delle donne e che determina spesso incertezze e paure, su cui occorre un cambio culturale di sistema, un processo non facile su cui anche noi del Coordinamento stiamo lavorando. Parlando di rappresentanza al femminile non si poteva non affrontare anche il discorso delle quote rosa, da tutti riconosciute importantissime, sia pur temporanee, per aver prodotto un incremento consistente della presenza delle donne nei consigli d’amministrazione e per aver permesso di aprire ulteriori riflessioni che vanno oltre i numeri, e cioè sulla presenza nei ruoli manageriali e decisionali.
La media globale di donne in posizioni di senior management, di amministratore delegato o dirigente, secondo l’ultimo rapporto del Credit Suisse Research Institute, ad oggi è solo del 13,8%, con una crescita ridotta, dal 13,6% al 13,8%, nel periodo 2013/2015. Nel concordare, dunque, che le donne debbano essere presenti anche nei ruoli dirigenziali e non solo perché donne ma anche per le loro competenze, bisogna capire come creare vere e concrete opportunità e come individuare percorsi che siano in grado di portare a questi risultati. Cosa c’è di meglio allora di far conoscere alle donne le storie di coloro che ce l’hanno fatta. Barbara Morgante, ad esempio, oggi Amministratrice delegata di Trenitalia, che ha portato la sua diretta testimonianza come un possibile percorso da condividere e divulgare, una best practice.
Lei, dopo altre esperienze, ha detto di essersi innamorata, con grande stupore da parte dei colleghi, del mondo delle ferrovie, un mondo all’inizio dominato solo dagli uomini abituati a scegliere e rapportarsi solo con uomini. L’ingresso femminile ha modificato di molto questi comportamenti e con essi anche la cultura dominante. Lei, nello scegliere i suoi collaboratori o collaboratrici guarda esclusivamente alle competenze. Certo, anche in Trenitalia la presenza femminile è ancora bassa, molto si sta facendo in termini di flessibilità la cui mancanza resta un macigno soprattutto per le lavoratrici, ma molto il Paese dovrà fare per avvicinare le donne a quelle professioni che sono prettamente tecniche.
La formazione, la scuola, per le donne restano ancorate a fattori culturali “ghettizzanti” che le proiettano solo ed esclusivamente in materie e studi predefiniti. Se non si incide anche su questo, continueremo a provare stupore nel vedere una donna che guida un treno o diventi capofficina. Su questo versante si sta muovendo molto il Dipartimento Pari Opportunità e a breve si prevede la pubblicazione di un bando per tenere aperte le scuole d’estate, un progetto di “summer school” per avvicinare anche le ragazze verso queste materie. E’ statisticamente provato che laddove gli uomini e le donne collaborano insieme aumentano le performance aziendali.
Come Cisl siamo pronte a portare anche la nostra esperienza di sindacato nelle strategie politiche del Governo Renzi, per azioni più mirate ed efficaci, come sta avvenendo sul fronte della conciliazione famiglia/lavoro attraverso la contrattazione di secondo livello. La contrattazione, dunque, può fare molto, e lo abbiamo visto anche in queste ore con il nuovo accordo, dopo quello sulle pensioni e sul comparto metalmeccanico, per il rinnovo del contratto del pubblico impiego che apre nuovi spazi per meglio rispondere ai bisogni di lavoratori, lavoratrici e del sistema Paese.