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Il Cavaliere, tra politica e pallone

Il calcio come passione, la politica come ragione. Temi distinti ma sempre in parallelo. Perché la parabola stessa di Berlusconi è sempre stata in equilibrio fra i due opposti dell’altalena. E siccome il Cavaliere, tutt’altro che intenzionato a fare l’ultimo giro di giostra,  ha dato corpo all’ennesima ridiscesa in campo, ovviamente per salvare l’Italia, ecco che i due mondi tornano a essere le due facce della stessa medaglia. E così da una parte c’è il Monza calcio, appena comprato dall'ex premier, dall’altra la corsa per le  prossime elezioni. “Io candidato alle europee? Penso di sì, è ciò che mi chiedono tutti. E poi, se dobbiamo salvare l'Italia, bisogna cominciare a fare le cose sul serio”, ha sottolineato al termine della kermesse azzurra di Fiuggi, dove l’ex presidente del Consiglio è tornato a parlare dell'alleanza del Centrodestra, senza risparmiare stoccate al governo gialloverde e al compagno di coalizione Salvini. Tutto come da copione, ovviamente.

E dopo Fiuggi ecco Monza. La trattativa è stata chiusa nei giorni scorsi e segna il ritorno ufficiale di Silvio nel mondo del calcio. Con due novità. Innanzitutto a rilevare il Monza sarà direttamente Fininvest, holding della famiglia del Cavaliere, partecipata da tutti e cinque i suoi figli e controllata da Silvio con il 65%. In secondo luogo, la stessa Fininvest rileverà il 100% della Società Sportiva Monza 1912 – nelle scorse settimane si era ipotizzato prima il 70% e poi il 95% – per una valutazione complessiva stimata tra 2,5 e 3 milioni di euro: la definizione precisa della cifra avverrà nelle prossime ore con l'approvazione del bilancio del Monza calcio 2017-2018 (chiuso al 30 giugno scorso). In ogni caso la firma arriverà entro fine mese. Adriano Galliani sarà amministratore delegato e l'imprenditore Nicola Colombo, che cederà il 100% del Monza, resterà presidente. “Mantenere questa carica è un onore, a maggior ragione perché uscirò dal capitale della società: è un riconoscimento per quanto ho fatto in passato e per quanto potrò ancora fare per il club”, sostiene Colombo.

Dunque solo e soltanto calcio? Forse. O forse no. Perché quando si tratta del Cavaliere vale sempre una fondamentale legge della fisica: ad ogni azione corrisponde un’azione uguale e contraria. Banalmente con Silvio nulla è mai come sembra. Il Monza calcio, al di là dei risultati sul campo, potrebbe essere un magnifico catalizzatore d’attenzione e nel caso in cui la politica dovesse creare problemi una perfetta arma di distrazione. Con il Milan, nei momenti d’oro ha funzionato così. Certo i tempi cambiano e con essi le regole del gioco.  E lo schema proposto potrebbe anche non essere più attuale, ma è oggettivo che qualcosa si sta muovendo. Magari il Monza potrebbe essere un mezzo per altri Berlusconi e non il fine stesso di Silvio. Marina in campo non è un’ipotesi così astratta. Modesto dettaglio. Il voto favorevole di Forza Italia in commissione di Vigilanza a favore della nomina di Marcello Foa a presidente della Rai non è una variabile indipendente. Evidentemente la mossa fa parte di uno schema. E se il calcio è la passione, la politica è la ragione la televisione resta la vera questione. Anzi, l’eterna questione che giustifica l’eterno ritorno di Silvio.

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