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I governi agiscano per le donne

liliana ocmin“Il Governo agisca al più presto: bisogna attuare il piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, annunciato l’anno scorso nelle norme sul femminicidio”. Così il Presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione della conferenza internazionale per l’entrata in vigore della ‘Convenzione di Istanbul’ contro la violenza sulle donne, è tornata a rivolgere un accorato appello al nostro Esecutivo. Parole lodevoli, le sue, che suonano di sicuro come un importante richiamo e monito a fare di più e meglio, ma non vorremmo che un tema così delicato diventasse occasione di strumentalizzazione politica. La violenza sulle donne è una piaga che attraversa tutte le culture, le classi sociali, le etnie, i livelli d’istruzione, di reddito e di età. Le vittime sono donne impegnate, disoccupate ed inoccupate, giovani ed anziane.

E’ violenza quella perpetrata nei confronti delle donne usate, abusate, sfruttate e schiavizzate, vittime della prostituzione e della tratta. E’ violenza quella che spesso viene sottovalutata e vista come un problema ‘lontano’ che porta il nome di mutilazioni genitali femminili, una pratica vile effettuata in nome di assurde ideologie culturali. E’ violenza quella compiuta sui luoghi di lavoro: mobbing e nuove e moderne forme di ricatto e sfruttamento.

L’ultimo Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riferito al 2013, parla chiaro: il 35 % delle donne è destinato a subire violenze nell’arco della propria vita, il 30 % tra le mura domestiche. Secondo la FRA, Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali, che ha intervistato migliaia di donne dei 28 stati membri dell’ Unione, in 13 milioni hanno subito violenza fisica nel corso dei 12 mesi precedenti le interviste: il 7% delle donne di età compresa fra i 18 ed i 74 anni. Sono 3,7 milioni invece quelle che hanno subito violenza sessuale, pari al 2%, mentre il 18% delle donne ha subito atti persecutori dall’età di 15 anni. In Italia i numeri della violenza contro le donne non si fermano. Studi effettuati da Intervita Onlus, con il patrocinio del Dipartimento per le Pari Opportunità, parlano di una donna uccisa in Italia ogni tre giorni dal proprio partner, dall’ex o da un familiare. Soltanto il 7,2% delle vittime di violenza denuncia gli abusi.

Più di 1 milione di donne hanno subito almeno una molestia. Considerando tutti gli atti di violenza, dallo schiaffo allo stupro, si arriva alla cifra di 14 milioni, ovvero 26 al minuto. Gli episodi di stalking vengono segnalati all’autorità di polizia al ritmo di oltre 25 casi al giorno, atti gravissimi, ma solo un terzo (33.9%) delle donne che hanno subito violenza ne parla. L’investimento della società civile in termini di prevenzione e contrasto è di circa 6,3 milioni di euro. Come Cisl da tempo abbiamo dato vita ad una “Piattaforma sulla prevenzione della violenza sulle donne ed i minori” in cui sono indicate azioni concrete da adottare, suddivise secondo 4 tipologie – riduzione in schiavitù, violenza sul lavoro, violenza domestica e mutilazioni genitali femminili – e linee guida possibili da condividere per unire insieme le forze e contrastare concretamente questo fenomeno.

L’occupabilità delle donne, ad esempio, è per noi donne del sindacato una risposta concreta, un antidoto alla fragilità economica che spesso limita l’autonomia delle donne e spinge a non denunciare ed a subire. Ma è importante anche intervenire sui modelli culturali a beneficio del rispetto uomo-donna, pensare alla cura e al recupero dei violenti, proprio a partire dai modelli educativi e formativi della famiglia e del sistema scolastico.

Liliana Ocmin
Segretario confederale Cisl

 

 

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