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Un’emergenza globale: le malattie sessualmente trasmissibili

Occorre prestare attenzione nell’enfatizzare la trasmissione sessuale del vaiolo delle scimmie. Sappiamo che la trasmissione avviene per contatto diretto, attraverso saliva e altri fluidi, ma non è stata provata la trasmissione sessuale. Il contatto deve essere prolungato, anche per via aerea, attraverso le goccioline (droplet) come per il Covid-19. Si tratta di un virus a Dna, quindi meno capace di mutare rispetto quelli a Rna, come il Sars-CoV-2. Gli attuali focolai in Occidente sono dello stesso virus che circola nell’Africa occidentale, e non di quello che si trova in Congo, che provoca una patologia più severa. Non ci sono quindi ragioni di allarmismo.

Al contrario un’emergenza pericolosamente trascurata eppure presente a livello globale riguarda le malattie sessualmente trasmissibili. Le Mst costituiscono un importante problema di sanità pubblica che investe praticamente tutti i paesi del mondo. I germi responsabili di malattie sessualmente trasmissibili sono batteri, virus, protozoi, funghi, ectoparassiti. La trasmissione da un individuo sano ad uno recettivo avviene con il passaggio attraverso le mucose di liquidi biologici infetti di varia natura. Anche se la maggior parte delle infezioni colpiscono gli organi genitali ci può essere con minore frequenza, una compromissione di molti organi e apparati per la disseminazione dell’infezione stessa.

È importante effettuare una diagnosi ed un trattamento precoce per ridurre il rischio di trasmissione. Un ruolo importante gioca, ai fini della prevenzione, l’educazione specie se diretta alle fasce di età più giovani e per questo più vulnerabili. Le malattie sessualmente trasmissibili (Mst) sono patologie infettive caratterizzate da un contagio interumano che avviene quasi sempre per via sessuale attraverso un contatto diretto con un soggetto ammalato o infetto. Le Mst rappresentano a tutt’oggi un importante problema di sanità pubblica che investe in maniera significativa la società civile a livello mondiale e che riguarda praticamente tutti i paesi, dal momento che secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono circa 340 milioni i nuovi casi di Mst all’anno nella fascia di età compresa tra i 15 e i 49 anni di età, senza peraltro considerare in questo computo le infezioni causate da virus HIV.

A testimonianza del grande impatto epidemiologico che riveste HIV, bisogna ricordare che questa patologia nei paesi a risorse limitate rappresenta sia la principale MST che la seconda causa di morte. Le Mst possono causare anche possibili complicanze a lungo termine, ed in particolare, tra queste, si possono menzionare: il carcinoma della cervice uterina che può insorgere a seguito dell’infezione da parte di alcuni sierotipi del Papilloma virus e l’epatocarcinoma come conseguenza dell’epatite B o C. La diffusione delle MST riconosce tre fattori favorenti. La frequenza di esposizione all’agente patogeno. La virulenza dello stesso. La durata della contagiosità nei soggetti colpiti. Rientrano tra i co-fattori favorenti la diffusione di MST la prevalenza di una popolazione giovanile sessualmente attiva nell’ambito della popolazione generale (come avviene in molti Paesi a risorse limitate), la povertà, il sovraffollamento specie nelle aree urbane, la scarsa attenzione all’igiene e la mancanza di una corretta educazione sanitaria e sessuale.

L’attuale minore percezione del rischio, sia nelle persone HIV positive che in generale nella popolazione, specie giovanile, ha contrassegnato un sempre più frequente ricorso a pratiche sessuali promiscue con un minore impiego dei mezzi di barriera e l’uso di droghe di natura sintetiche (chemsex) che, abbassando il livello di vigilanza, aumentano il rischio di trasmissione di MST. Il contesto in cui il consumo di queste droghe sintetiche tradizionalmente avviene è quello dei fine settimana e dei periodi di vacanza (cosiddette “recreational drugs”) in locali dove ci sono incontro casuali di persone.

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