Le piccole e medie imprese italiane sono strette dal morso dell’inflazione, per la compravendita di determinate materie prime, ma anche e soprattutto dai costi energetici, da quelli dei carburanti e, di conseguenza, dai costi per il trasporto. Le stesse devono essere aiutate, altrimenti si corre il rischio di avere ulteriore cassa integrazione e licenziamenti. Ciò comporterebbe non solamente un errore nella politica economica del paese, ma anche un abbattimento del potere d’acquisto delle famiglie perché, coloro che hanno in casa una persona in cassa integrazione o disoccupazione, chiaramente avranno meno risorse da spendere.
Bisogna quindi supportare le piccole imprese in misura maggiore rispetto a quanto già si fa attualmente con il credito d’imposta e bisogna andare, in maniera molto determinata, verso la diminuzione dei costi delle bollette attraverso il sistema che è già stato messo in atto, ma che ancora deve dare i risultati importanti, ossia l’abbattimento del prezzo del gas alla borsa di Amsterdam che, in certi periodi, era arrivato a 340 euro al megawattora.
Quindi, bisogna andare nella direzione di aiutare tutta l’economia, sia attraverso manovre congiunturali ossia di detassazione e, dall’altro versante, portare avanti una politica energetica di differenziazione, sia mediante un approvvigionamento da paesi diversi, ad esempio Nord Africa e Medioriente, che per quanto riguarda gli investimenti nelle energie alternative, come l’eolico e il fotovoltaico. Siamo il paese del sole, sfruttiamolo fino in fondo.