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FAMIGLIA, TESTIMONE DELLA MISERICORDIA DELLA CHIESA

Volge al termine la prima settimana di lavoro dei Padri Sinodali riuniti in Vaticano per discutere sulla pastorale familiare. Missione e famiglia, indissolubilità del matrimonio, accoglienza delle famiglie “ferite”, sono solo alcuni dei temi che i vescovi hanno affrontato nelle congregazioni generali. Tra gli argomenti trattati, un posto d’onore è stato riservato a quello della famiglia intesa come “via concreta della presenza della Chiesa nella storia”, ma anche come scuola di evangelizzazione. Ci sono, inoltre, stati diversi interventi sulla spiritualità insistendo sull’importanza della preghiera comune, della Parola di Dio vissuta in casa e soprattutto dell’Eucaristia. Si è parlato della “vocazione al matrimonio”, vocazione che, come è stato sottolineato, non è inferiore rispetto a quella del sacerdozio.

I padri sinodali hanno parlato anche della missionarietà della famiglia. Senza  questo contributo, si è rilevato, non può esserci vera pastorale familiare. Molto sviluppato anche il tema della misericordia, “Che si manifesta nella vicinanza e nella tenerezza, in rapporto alle diverse situazioni, anche a quelle difficili, in cui si trovano le famiglie o le coppie – hanno ribadito i vescovi nei briefing alla Sala Stampa Vaticana -. Però c’è anche da tenere presente il tema della misericordia e verità, della misericordia e giustizia e non opporre la misericordia e la verità. Una grande insistenza sul tema dell’accoglienza, che la Chiesa deve sempre avere nei confronti di tutti, di tutte le famiglie, anche quelle che possono essere in difficoltà. Proclamare il Vangelo e abbracciare le persone. Ecco quindi questa sintesi tra evangelizzazione e accoglienza, che deve essere di riferimento per la pastorale”.

Diversi sono stati anche interventi sull’indissolubilità del matrimonio, che “per i padri sinodali – ha annotato padre Lombardi – va presentata positivamente come dono e non come giogo. C’è stata anche la testimonianza di una coppia di sposi, lei cattolica e lui indù per parlare della realtà del matrimonio misto”. Dal Sinodo non è mancato un incoraggiamento ai giovani, sottolineando il ruolo primario dei figli all’interno dei rapporti familiari, “non centrando la coppia solo su se stessa”. Nella quarta, quinta e sesta congregazione generale è cominciato anche il confronto sulla terza parte dell’Instrumentum Laboris con 12 interventi.

Il cardinale Baselios Cleemis Thottunkal Thottunkal, attuale arcivescovo maggiore della chiesa siro-malankarese, ha portato l’esperienza della cuminità indiana: “Non è più tempo – ha avvertito –  di guardare soltanto ai problemi della famiglia o del matrimonio che devono essere affrontati; è tempo ora di ascoltare le diverse Chiese locali con la profondità, la bellezza e le ricchezze che esse custodiscono. Infatti, esse donano molto della loro ricchezza alla Chiesa universale. Come sopravvivono le famiglie? Sopravvivono non perché sono un’entità sociale ma una forza spirituale. Quando parliamo della misericordia di Dio è richiesta anche una specifica e personale accoglienza della stessa, una conversione personale”.

 

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