La partecipazione dei giovani alla vita delle comunità è un aspetto fondamentale per il futuro delle società. Essi, con la loro energia, creatività e desiderio di cambiamento, rappresentano una risorsa preziosa per la costruzione di un mondo più giusto e inclusivo. In un contesto in cui spesso i giovani si sentono distanti dalle istituzioni o marginalizzati, è essenziale incoraggiare e favorire la loro partecipazione attiva. Questo non solo attraverso forme di volontariato, ma anche nella condivisione di idee e progetti che possano rispondere alle sfide contemporanee, come la giustizia sociale, l’ambiente, e la pace. La loro inclusione nelle decisioni e nelle attività comunitarie è un investimento nel presente e nel futuro, poiché contribuisce a rafforzare il legame intergenerazionale e la coesione sociale.
L’esperienza di Como
In provincia di Como, la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca e altre realtà del territorio, hanno messo in campo “YouthBank”, un’iniziativa mirante a coinvolgere i giovani under 25 in diverse iniziative tese a valorizzare il territorio e l’inclusione nella sua globalità. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato il dott. Alessio Sala Tenna, referente di “YouthBank” presso la Fondazione Comasca.

L’intervista
Dottor Sala Tenna, in che modo, “YouthBank” favorisce l’inclusione e la partecipazione giovanile?
“’YouthBank’ è un progetto che valorizza in modo assoluto il protagonismo giovanile. In genere, quando si opera nell’ambito del contrasto al disagio giovanile, gli stessi sono l’oggetto dell’azione ma, invece, nel caso della progettualità in analisi, diventano soggetti proponenti. In altre parole, durante tutto il processo, i ragazzi vengono responsabilizzati sia nell’ambito della rilevazione dei bisogni dei propri coetanei che, nel caso degli ‘YouthPlanner’, per la realizzazione diretta delle attività progettuali, facendo qualcosa di molto utile per il bene comune”.
Quali sono gli aspetti più̀ peculiari e qualificanti dell’azione degli “YouthBanker”?
“In una società nel quale, la disaffezione verso la partecipazione al bene comune, è sempre più visibile, gli ‘YouthBanker’, si avvicinano al mondo del Terzo Settore e alla progettualità in ambito sociale dando un contributo determinante al miglioramento delle diverse comunità. Inoltre, attraverso questo percorso, i giovani coinvolti, acquisiscono delle softskills fondamentali per il loro futuro lavorativo”.
Quali sono i suoi desideri per lo sviluppo delle attività̀ progettuali? Che messaggio vorrebbe lanciare ai giovani del territorio di svolgimento di “YouthBank”?
“La Fondazione Comasca crede molto in questa attività e, guardando al domani, speriamo che, sempre più fondazioni e enti no profit, possano promuovere sempre di più questo modello di partecipazione giovanile, adattandola alle esigenze dei rispettivi contesti. Ai ragazzi dei territori dove già c’è un progetto ‘YouthBank’, l’invito è quello di partecipare, sia per il bene delle comunità coinvolte che per il loro futuro”.