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Caraveo: “Donne e scienza, quando non saremo più eccezioni ci sarà parità”

Nella scienza e nella ricerca, come in tutte le professioni, contano “l’interesse e la passione”, dice a Interris.it l’astrofisica di fama mondiale Patrizia Caraveo, in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Il suo ultimo libro è “Ecologia spaziale”

La Quarta rivoluzione industriale, quella che stiamo vivendo, ha bisogno del contributo di tutte e tutti per non escludere nessuno, per non essere pensata “a misura” di una categoria discriminandone a un’altra. Se all’inizio degli anni Novanta la medicina di genere ha consentito di estendere il diritto alla salute, oggi a proposito di intelligenza artificiale ed etica occorre evitare una Ai gender-biased, cioè che questa tecnologia non perpetui stereotipi di genere, col rischio di rafforzarli. La Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, che si celebra l’11 febbraio, è stata istituita dalle Nazioni unite per promuovere l’accesso femminile allo studio delle materie Stem, l’acronimo inglese per le discipline scientifico-tecnologiche come scienze, tecnologia, ingegneria, matematica, e alla partecipazione in tutto i ruoli in campo scientifico, fino ai ruoli di vertice. Obiettivi ancora da raggiungere, visti i dati che l’Unesco ha messo nero su bianco. Le donne sono un terzo dei ricercatori, hanno carriere più brevi, sono sottorappresentate nelle pubblicazioni scientifiche e sono meno retribuite, appena una su cinque lavora in settori come l’Ia e il soffitto di cristallo appare ancora inscalfibile, poiché è donna solo il 12% dei componenti delle accademie scientifiche nazionali. Gli ostacoli quindi, sia all’accesso, come pregiudizi di genere e aspettative sociali, che durante la vita professionale, persistono.

Evoluzione

“Da quando questa Giornata è stata istituita, vedo una situazione in evoluzione. All’istituto nazionale di astrofisica abbiamo molte ricercatrici, anche tra le leve più giovani”. Dice a Interris.it l’astrofisica Patrizia Caraveo dell’Iasf-Inaf Milano, già dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di astrofisica. Grazie ai suoi studi ha contribuito all’identificazione della pulsar Geminga, successo che le è valso il Premio Nazionale Presidente della Repubblica per la Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali. Inoltre, è stata inserita tra le 100 donne esperte contro gli stereotipi. “Ci sono dei campi dove tradizionalmente ci sono più uomini e altri a maggior presenza femminile, come biologia e medicina. Ma in informatica, cibernetica e ingegneria, le donne sono ancora poche”. Al 2023 le laureate in discipline informatiche e tecnologie Ict (16,8%) e in ingegneria industriale e dell’informazione (27,5%) sono ancora in netta minoranza. In dieci anni sono diminuite le iscritte, le laureate e quelle che scelgono il dottorato in materie Stem, e nonostante l’aumento delle docenti universitarie, si registra una loro flessione proprio in queste discipline. Numeri che si traducono anche in differente tasso di occupazione in questi settori, i laureati al 91% e le laureate sotto l’82%. La presenza femminile poi si riduce quando dalle base si sale verso la vetta. “Per far carriera ci vuole tempo, è vero, e occorre anche credere in sé stesse e lottare per andare avanti. Cose che nell’educazione femminile sono trasmesse un po’ meno”, osserva la scienziata

Disparità

Anche nel mondo scientifico, che immaginiamo retto da merito e oggettività, le donne incontrano importanti ostacoli. Stereotipi di genere, aspettative sociali, disparità salariali, minori progressioni di carriera, sottorappresentazione nelle ricerche – una delle riviste scientifiche più prestigiose, Nature, ha scoperto che su un campione di 5mila studi ricevuti in appena il 17% dei casi i corrisponding authors si identificavano come donne. “Nella sua autobiografia la vincitrice del premio Nobel per la medicina nel 2023 Katalin Karikò ha raccontato che per lunga parte la sua carriera è stata messa da una parte”, racconta Caraveo. “I suoi studi sull’mRNA, che si sono rivelati fondamentali per lo sviluppo di vaccini contro il Covid, attiravano meno finanziamenti rispetto ad altre ricerche. Quando si è vista togliere il suo spazio nel laboratorio all’Università della Pennsylvania si è dimessa ed è andata poi a lavorare nell’azienda tedesca BioNTech”.

Sviluppo alla pari

La presenza femminile è necessaria per raggiungere uno sviluppo più onnicomprensivo e privo di pregiudizi di genere nell’era della Quarta rivoluzione industriale. Per spiegarlo, Caraveo fa un confronto tra la medicina di genere e i rischi di un Ai “maschilista”. “Poiché per imparare ‘assorbe’ quello che trova, se i dati e il sentire comune non sono a favore dell’uguaglianza e della parità tra uomini e donne, in termini sia di diritti che di possibilità, anche l’Ia diventa maschilista. “Prima della medicina di genere i farmaci venivano testati maggiormente sugli uomini, perché partecipavano in maggior numero agli studi” – continua – “per cui si osservava come loro rispondevano ai medicinali, ma non le donne”.

Una cosa normale

Per avvicinare bambine, ragazze e giovani alle materie Stem e trasmetterle fiducia in sé stesse e nei propri sogni e obiettivi, continua l’astrofisica, “dobbiamo continuare a dire loro che non devono essere delle eccezioni e che non esistono ‘lavori da donne’ e ‘lavori da uomini’, ma contano l’interesse e la passione. Non siamo arrivati alla parità e ancora si manifestano discriminazioni, a volte anche inconsce, ma con la cultura e portando il tema all’attenzione delle persone, l’obiettivo è alla portata. E quando non faremo più notizia, ma sarà una cosa normale, avremo vinto”.

Spazio bene comune

Caraveo continua a dare il suo contribuito alla scienza e alla diffusione del sapere scientifico affrontando questioni di attualità. Il suo ultimo libro, “Ecologia spaziale”, edito da Hoepli, tocca un tema di crescente e fondamentale importanza. L’atmosfera che circonda il nostro pianeta è un ambiente fragile e prezioso, minacciato però dall’inquinamento luminoso, dai possibili incidenti tra i quasi 10mila satelliti operativi – in attesa di tutti quelli che verranno – e delle 6mila tonnellate di “spazzatura”, tra oggetti in orbita non più funzionanti e detriti. “Spazio e Space economy sono settori in grande crescita, ma senza regole. Con il mio libro voglio lanciare un messaggio: lo spazio è un bene comune, per cui evitiamo il ‘Far West spaziale’”. Ovvero una situazione in cui pochi privati possono “fare il bello e il cattivo tempo” a detrimento di altri attori. “Nel 2024, 138 dei 145 lanci avvenuti sul territorio degli Stati Uniti erano ‘targati’ Space X”, sottolinea l’autrice. L’immagine di un razzo che decolla è affascinante, ma dobbiamo ricordare che poi ci sarà un altro oggetto a ruotare sopra le nostre teste. “Servirebbe un’autorità mondiale, sull’esempio dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni, l’agenzia delle Nazioni unite che assegna le frequenze ai satelliti”, conclude Caraveo.

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