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Il Santo Padre in visita, il 19 febbraio, presso la parrocchia di Santa Maria Josefa del Sacro cuore di Gesù

Non si ferma il viaggio di Papa Francesco verso le zone più estreme della Capitale, proseguendo la sua serie di visite presso le parrocchie delle periferie: come riferito dal sito “Il sismografo”, infatti, il Santo Padre ha messo in programma, per domenica 19 febbraio, una visita alla chiesa di Santa Maria Josefa del Sacro cuore di Gesù, situata a cavallo fra i quartieri di Ponte di Nona, Castelverde e Lunghezza, a pochissima distanza dalla via Prenestina. Si tratterà, complessivamente, del tredicesimo appuntamento “periferico” per il Papa il quale, solo il 15 gennaio scorso, si era recato presso la parrocchia di Santa Maria a Setteville, nel comune di Guidonia.

Da Paolo VI a Francesco

Una storia quasi trentennale quella della piccola chiesa di via Marcello Candia, iniziata nel 1989 e proseguita fino a oggi, con un’attività parrocchiale avviata e perseguita con costanza, in uno dei quartieri più difficili della Capitale. Le radici abitative ed ecclesiali della zona, tuttavia, affondano ancora più lontano nel tempo: almeno fino al 1950, quando una colonia rurale proveniente dalle Marche si impiantò nell’area (battezzandola “Castellaccio”), adeguandola alla coltivazione ed erigendovi una piccola chiesa. Diciassette anni dopo, nel 1967, l’allora pontefice, Paolo VI, si recò in visita ufficiale presso la piccola comunità suggerendo, come si racconta, di rivedere il nome della zona e trasformarlo in “Castelverde”. Anche Papa Giovanni Paolo II, più recentemente (1999), ha visitato il quartiere e, come il suo predecessore, la piccola chiesa di Santa Maria di Loreto. In quell’occasione, durante la sua omelia, ha invitato i fedeli a perseguire con determinazione la difficile missione dell’evangelizzazione “grazie a un’esistenza cristiana più salda, animata dall’ascolto costante della Parola di Dio, rinvigorita dalla pratica frequente dei sacramenti e contraddistinta da una genuina testimonianza evangelica in tutti gli ambienti e in tutte le situazioni”.

L’attuale parrocchia, nella quale si recherà Papa Bergoglio, è stata ufficialmente istituita nel 1994, mentre la dedica all’allora beata Maria Josefa Sancho de Guerra è stata stabilita tre anni dopo (e rimasta tale fino al 2000, con la proclamazione a Santa della suora spagnola, appartenente alla congregazione delle Serve di Gesù della Carità). “È necessario che gli edifici sacri – aveva spiegato il Pontefice in un messaggio recapitato il 24 gennaio alle Accademie Pontificie – a cominciare dalle nuove chiese parrocchiali, soprattutto quelle collocate in contesti periferici e degradati, si propongano, pur nella loro semplicità ed essenzialità, come oasi di bellezza, di pace, di accoglienza, favorendo davvero l’incontro con Dio e la comunione con i fratelli e le sorelle”.

 

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