Gesù è venuto tra di noi perché tutti noi potessimo ricevere da Lui questo dono di Dio, proprio come il debitore della parabola del Vangelo odierno, che chiede al suo padrone di condonargli il debito, una cifra astronomica. Quanto è bello ricevere questo perdono, il perdono di Dio che non guarda alla grandezza del nostro debito: questa esperienza ci cambia interiormente, dona una gioia immensa, sentiamo una liberazione profonda.
Ma possiamo anche noi essere come questo debitore che di fronte al dono ricevuto, si indurisce con i suoi debitori e non si mostra misericordioso come il suo padrone.
Forse non ha compreso la grandezza del dono ricevuto, oppure lo ha già dimenticato, e non è capace di restituire il dono, in maniera molto più piccola. Anche noi però, spesso ci scontriamo con la nostra incapacità di perdonare: come posso accettare le ingiustizie che mi fanno sul lavoro, i tradimenti, la falsità, le offese, quelli che mi sparlano dietro? Per quanto ci sforziamo non riusciamo! Forse potremmo riuscire a non vendicarci… ma perdonare, fare del bene ai miei persecutori… eh quello proprio no!
Sembra così che Gesù ci chieda una cosa impossibile, ci metta un peso che noi non possiamo portare. Ma non è così, perché il Vangelo ci dà sempre un messaggio di libertà, Cristo ci libera dai pesi della vita, non ce ne dà altri. Lui sa che la nostra chiamata, la nostra felicità, è vivere in comunione: “Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge”, scrive San Paolo nella lettera ai Romani (13,8).
La Volontà di Dio, per noi è la “comunione”: per questo Lui ti aiuterà, ti darà lo Spirito per fare quello che tu da solo mai e poi mai potresti compiere.
Il perdono, come dice la parola, non è opera nostra, ma è un dono di Dio. Non è nelle nostre capacità, non ce la possiamo fare da soli. Il desiderio di perdonare nasce dall’esperienza del perdono che noi riceviamo, sempre quando glielo chiediamo pentiti, dal Signore: un perdono senza limiti, senza condizioni, con una fiducia che qualche volta ci scandalizza, perché non l’abbiamo neppure con noi stessi.
Quanti matrimoni, quante amicizie o rapporti familiari si potrebbero salvare conoscendo questo dono: quello che unisce una coppia di sposi non è non sbagliare mai, ma saper riconoscere i propri errori e che per questo abbiamo bisogno di Cristo, perché senza di Lui non possiamo perdonare né chiedere perdono, non possiamo andare avanti.
Fare l’esperienza del Perdono ci ricrea nel profondo: poter perdonare, ci dona una Pace che non si può paragonare a nulla, perché è un seme di “vita Eterna”.