Abbiamo detto in questi giorni che prima di tutto deve esserci sicurezza per i cittadini, e per assicurarla occorre mettere in piedi misure drastiche per evitare che si espanda la pandemia. Per rendere le misure efficaci, occorre una unica realtà di comando, mettendo al bando le polemiche pubbliche, le recriminazioni, le contrapposizioni plateali e ripetute. Questi requisiti sono stati da ogni persona di buon senso ritenuti indispensabili, per rassicurare gli italiani che stanno vivendo una inedita esperienza emozionale, di disagi, di sofferenza, di dolore.
Sono rimasto molto stupito dalla notizia di un possibile sciopero generale perché il governo avrebbe rivisto i criteri per stabilire le aziende che devono cessare le attività e quelle che dovrebbero continuare, pur tra mille precauzioni ed attenzioni, come da accordo di una settimana fa tra Governo e parti sociali. Se le cose stanno così il governo fa male a cambiare opinione rispetto a ciò che si è discusso giorni fa con le parti sociali. Infatti, da ciò che affermano i Sindacati, il Governo ha cambiato i criteri della pattuizione senza una discussione profonda, ponderata e di nuovo importante coinvolgimento del Sindacato.
Va detto che le ricadute di ogni ordine e tipo di una decisione unilaterale, porterebbero più problemi che occasioni di soluzione di problemi così grandemente importanti. Il Sindacato dal canto suo fa bene a chiedere conto e ragione di ciò che sarebbe cambiato e di essere coinvolto nelle scelte per far contare le ragioni della propria esperienza e rappresentanza, ma nel minacciare lo sciopero generale, e addirittura eventualmente proclamarlo, si prende una enorme responsabilità. In questi frangenti lontanissimi dalla normalità, che necessariamente ci hanno obbligato ad adottare misure straordinarie, le istituzioni, la politica, l’impresa, il Sindacato non possono che essere radicalmente conseguenti. Si decida il da farsi, ma nel silenzio e soprattutto all’unisono. È estremamente importante che ci si presenti agli italiani tutti con una unica opinione. Qualsiasi altro comportamento è pericolosamente inadeguato al confronto di chi soffre e a chi lavora negli ospedali, a chi garantisce ogni necessità di servizi, a chi è richiuso a casa nell’attesa che tutto passi.