È proprio vero che nei momenti di grandi difficoltà per i popoli, è allora che possono succedere accadimenti impensabili in tempi ordinari. Appena giorni fa, alcuni, anche in Italia, paventavano conseguenze gravissime fino alla perdita di sovranità per chi avrebbe dovuto per necessità ottenere linee di credito. Altri ancora, soprattutto nei paesi del nord Europa, facevano sbarramento contro qualsiasi credito senza garanzia, nel timore di assumere obblighi finanziari per i paesi del sud Europa ritenuti ‘pigs’. Ma ora ecco che avviene il colpo di scena provocato proprio dalla cancelliera Angela Merkel che in un incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, è sembrato ai più attenti osservatori, di voler progettare la emissione di bond europei comuni per ben 500 miliardi.
Il piano sarebbe quello di distribuire le risorse ai paesi più colpiti dalla pandemia per sostenerli nel rilancio economico con risorse a fondo perduto per investire nei settori strategici, tesi a migliorare la capacità competitiva nei mercati internazionali nel digitale, nell’investimento di fonti energetiche pulite, nell’ambiente. Certamente un piano così importante avrà come oppositori gli olandesi, gli austriaci, i danesi e gli svedesi. Ma se la Germania si è decisa, salvo colpi di scena sempre da mettere in conto, le cose andranno bene.
Lo scenario più importante per questo eventuale varo di euro bond, risiede nella indispensabile premessa che ci sia in qualche modo uno strumento finanziario di bilancio che lo garantisca. Peraltro, il fondo perduto, premette che chi lo dispensa faccia davvero parte della medesima entità statale: che insomma abbia stessa appartenenza comunitaria, stessi diritti, stessi doveri, sia legato allo stesso destino economico e politico.
Insomma, queste condizioni le può garantire esclusivamente chi mette in comune i propri proventi fiscali; in parte quando non interamente. Se gli eventi dovessero volgere in questa nuova dimensione, si innescherebbero nella politica italiana ed Europea, elementi di cambiamento davvero notevoli.
Un embrione di meccanismo comune fiscale, porrebbe le basi per un continente, il nostro, di configurarsi come una definitiva entità statuale. Si giungerebbe a capacità di assumere i connotati di vera entità Statuale con ricadute prodigiose sul ruolo europeo, che da soggetto pallido ed inconsistente cambierebbe gli equilibri nel mondo. Si dirà che simili considerazioni sono velleitarie, ma a ben riflettere, basterebbe ben poco per risvegliare il vecchio continente da un sonno privo di ambizioni, che dura dal dopoguerra ai giorni nostri.
Ed allora possiamo dire che proprio le incertezze sanitarie ed economiche che stiamo vivendo, senza le pressioni di Trump per disgregare l’Unione, senza l’interesse di Putin verso gli euroscettici, senza l’incalzare dei cinesi sulla economia, difficilmente troveremmo la forza d’animo per superare incrostazioni e piccoli interessi europei, assolutamente inadatti a vivere in un mondo come quello odierno.