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L’attesa stagione della normalità

Si è detto più volte che i politici di questi tempi sono molto diversi da quelli di qualche decennio fa: per come si vestono, per come parlano, per come si relazionano. E fin qui si potrebbe dire che se sono ineleganti, privi di contegno e pazienza, i tempi cambiano, così costumi e comportamenti. Piacerà a taluni ed altri no… Si dirà la sostanza è altra cosa. Ma si dà il caso che anche la sostanza lascia a desiderare. Prendiamo ad esempio l’abitudine oramai conclamata, di commentare ogni vicenda più o meno importante che accade e di recarsi in giro per l’Italia ogni giorno in più città per arringare nelle piazze, per partecipare a convegni, sagre ed altro. Anche qui si penserà che sono politici, e dunque vanno in giro per fare il loro lavoro.

Ed invece i Ministri, i presidenti di regione, gli assessori? Costoro, possono persino essere confusi dai telespettatori distratti come conduttori di trasmissioni; sono sempre in collegamento tv per interviste, per talk show, e se ne dicono di tutti i colori. Possibile che nessuno si chieda quanto tempo possa restare loro per studiare dossier, per gestire fasi varie di decisioni riguardanti i loro compiti istituzionali? In questi tempi di pandemia addirittura il fenomeno è accresciuto. Mi chiedo spesso se balena nella loro testa la esigenza riconosciuta di sapere che indirizzo politico vogliono dare, ma tutto il resto lo devono fare i tecnici:  sono più autorevoli, più preziosi, più richieste le loro valutazioni. Ma non c’è niente da fare la loro insaziabilità di ricerca del consenso non ha mai fine, cosicché vogliono adattarsi a tecnici, a guru, a sceriffi. È significativo ciò che è accaduto ieri per farci comprendere le dinamiche di di certi comportamenti.

Ero lì l’altra sera a seguire il telegiornale rai, ed ecco un pugno allo stomaco dalla notizia insistita di riunioni illegali di fratelli del ‘Cammino Neocatecumenale’ che si sarebbero riuniti in una località campana non rispettando le disposizioni contro assembramenti, assemblee, riunioni, per evitare l’espandersi del corona virus. Io e mia moglie ci siamo subito detti come fosse impossibile una tale illegalità; come, in un battibaleno tutti i fratelli di comunità, già all’inizio della crisi, si sono muniti di programmi in grado di restare uniti e collegati on line per la celebrazione eucaristica, per le lodi, per le preparazioni della parola del Signore? Allora perché quella notizia data nei telegiornali così insistentemente? Subito dopo si è saputo che la notizia era falsa; gli incontri erano avvenuti il 28 e 29 febbraio ad Atena campana e Sala Consilina, e poi un altro solo a Sala Consilina il 4 marzo; cioè prima della ordinanza del Presidente del Consiglio del 9 marzo. Dunque qualcuno ha voluto fare lo sceriffo cattivo e menzognero che vuole intervenire sui fatti (in questo caso clamorosamente falsi) ovunque si svolgono, e piegarli a secondo delle proprie convinzioni.

Ora si aspetta dalla Rai una smentita vigorosa almeno pari a quella che ha danneggiato Cristiani miti e rispettosi delle leggi e delle istituzioni. Ma queste cose accadono perché chi ha responsabilità collettive, ogni tanto le forza a favore delle proprie convinzioni. Il vizietto di taluni che hanno potere sui media, di far diventare la notizia un fatto inesistente, purtroppo ogni tanto fa danni. Morale: ognuno svolga il suo compito. Il deragliamento ossessivo dai propri compiti nella società moderna e complessa, porta sempre danni. Speriamo che questo periodo così particolare, quando giungerà a conclusione ci porti alla maturità di incominciare una stagione nuova: quella della normalità in ogni ambito della vita nazionale. Una nuova stagione favorevole al rispetto delle nostre tradizioni e principi, e dove le brave persone non debbano temere nulla al contrario dei facinorosi e di coloro che convivono con le illegalità .

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