Troppi segnali sbagliati sono stati dati dalle classi dirigenti: ho avuto l’impressione che quasi volessero fare un regalo a persone stanche di stare a casa. Certamente dopo aver conosciuto la prima esperienza a imparare a come proteggerci con i mezzi a disposizione, dobbiamo passare necessariamente ad un’altra fase che nel predisporre un’organizzazione del lavoro, della istruzione e formazione nelle modalità più in grado di preservare la nostra salute, ci mettano al sicuro. Ma nel tempo libero non possiamo tornare a fare le stesse cose a cui eravamo abituati prima della pandemia. Su questo penso che occorrerà essere drastici! Anche perché nel lavoro e nelle altre attività come nello studio, nei negozi e supermercati, le autorità hanno definito un protocollo che difficilmente aziende, università e scuole trasgrediranno.
Il pericolo dunque può venire dal tempo libero che necessariamente dovrà essere sorvegliato e regolamentato molto meglio. Proprio in queste ore ho riletto le cronache della ‘spagnola’, la pandemia di un secolo fa che falciò circa 100 milioni di persone nel mondo e circa seicentomila italiani. Nella prima fase ci furono meno morti che nella seconda. Quando sembrava che la malattia si stava esaurendo, le persone fecero l’errore di evitare le precauzioni, e fu così che ricominciò con una virulenza più forte della prima fase. Si dice che la storia è maestra, ma una storia senza persone disposte a seguirla, procurerà maggiori e più dolorose disgrazie.