La promozione di una cultura della pace richiede un impegno integrale, in grado di coinvolgere i singoli, le famiglie, le comunità, le istituzioni e i diversi popoli. Papa Francesco, ogni giorno, ci invita ad essere “artigiani della pace”, costruendola giorno per giorno e attraverso gesti concreti. Le Acli, in qualità di associazione radicata nella Dottrina Sociale della Chiesa, si impegnano a diffondere uno stile e una cultura di pace e fraternità, mediante azioni di sensibilizzazione, dialogo e servizio al prossimo e, in special modo, nei riguardi delle persone più fragili. Pace non significa solamente assenza di conflitti, ma perseguire un impegno attivo per giungere ad una concreta giustizia sociale, alla tutela della dignità umana e alla salvaguardia del Creato nella sua interezza. Di fronte ai venti di guerra, quindi, è fondamentale promuovere politiche in grado di ridurre le disuguaglianze, offrire spazi di dialogo per far terminare i conflitti a tutti i livelli e sostenere chi soffre a causa di questi ultimi, come ad esempio i rifugiati. Siamo chiamati a prendere la parte delle vittime e noi, in linea con l’enciclica “Fratelli tutti”, operiamo per trasformare le coscienze, informare i cittadini consapevoli, costruire ponti e superare l’indifferenza globale attraverso una concreta solidarietà.
Il dialogo interreligioso, su questo versante, costituisce una via privilegiata per tendere alla pace ed è uno strumento indispensabile per la comprensione, la cooperazione e la riconciliazione tra popoli e culture diverse. In un mondo segnato da tensioni e incomprensioni crescenti, le religioni, possono offrire un contributo unico per la promozione della fraternità e per disarmare i cuori. Dialogo non significa rinunciare alla propria identità, ma aprirsi all’ascolto dell’altro, riconoscendo il valore di ciò che ci unisce nelle differenze. Episodi come l’incontro di Abu Dhabi e il documento sulla fratellanza umana, sottoscritto da Papa Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar, dimostrano che, con un impegno reciproco, è possibile tracciare percorsi di cooperazione tra fedi diverse per il bene comune. Le Acli, con la loro vocazione universale e l’attenzione verso la giustizia sociale, possono essere protagonisti nella costruzione di queste alleanze di pace, creando spazi di incontro e di dialogo interreligioso, sia a livello locale che nazionale.
La pace globale è un obiettivo che richiede l’impegno congiunto di tutte le componenti della società civile delle associazioni cristiane, le quali hanno il compito di essere lievito nella comunità, promuovendo percorsi attivi di fraternità. Ciò significa operare per l’inclusione, il dialogo e per il superamento delle barriere sociali e culturali. In altre parole, dobbiamo ricordare che, nessuno si salva da solo e, pertanto, siamo chiamati all’educazione delle persone verso la cittadinanza attiva nonché alla solidarietà, sostenendo progetti concreti in grado di rafforzare le reti comunitarie. Tutto questo può essere fatto attraverso campagne di sensibilizzazione, programmi di sostegno alle famiglie vulnerabili e iniziative di cooperazione internazionale. Così facendo, si potrà contribuire alla costruzione di una società più giusta e pacifica, attraverso la fraternità attiva che si concretizza anche nel sostegno alle politiche di disarmo, per la difesa dei diritti umani e nella lotta contro la povertà. Unendo i valori della nostra fede e dell’azione sociale, potremo ispirare speranza per favorire la costruzione di un mondo in cui, la pace, non sia solo un sogno ma una realtà condivisa.