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Tutto il dolore della Terra Santa nelle lacrime sul calvario

Nella terra venerata come santa dai tre monoteismi l’umanità perpetua da due millenni le sofferenze del calvario. La Santa Sede è pronta a mediare tra Israeliani e Palestinesi. Come già accade per l’Ucraina, la questione più urgente per il Papa e il Vaticano è quella umanitaria. Il cardinale Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin si è recato all’ambasciata israeliana in Vaticano. “La liberazione degli ostaggi israeliani e la protezione della vita degli innocenti a Gaza sono il cuore del problema creatosi con l’attacco di Hamas e la risposta dell’esercito israeliano. Sono al centro delle preoccupazioni di tutti noi, del Papa e dell’intera comunità internazionale– afferma il porporato-. La Santa Sede è pronta a qualsiasi mediazione necessaria, come sempre. Intanto cerca di parlare con le istanze i cui canali sono già aperti”. Il cardinale Parolinci ha espresso i suoi profondi sentimenti di dolore e di solidarietà”, ha riferito l’ambasciatore Rapahel Schutz.
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il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin e don Aldo Buonaiuto. ©Interris.it
Il segretario di Stato definisce l’attacco di Hamas a Israele “disumano“. E ribadisce “la totale e ferma condanna” da parte della Santa Sede. Allo stesso tempo chiede di “recuperare il senso della ragione. Abbandonare la logica cieca dell’odio. E rifiutare la violenza come soluzione. È diritto di chi è attaccato difendersi”. Però “anche la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità”. Parolin auspica che le due parti possano aprire un tavolo: “Non so che margine di dialogo ci possa essere tra Israele e la milizia di Hamas. Ma, se ci fosse e speriamo che ci sia, lo si dovrebbe percorrere subito e senza indugio. Questo per evitare altro spargimento di sangue, come sta avvenendo a Gaza. Dove ci sono molte vittime civili innocenti a seguito degli attacchi dell’esercito israeliano“. Per il Segretario di Stato vaticano “è giusto che gli ostaggi vengano riconsegnati subito. Anche quelli che Hamas detiene dagli scorsi conflitti”. In questo senso “rinnovo con forza il vibrante appello lanciato e ripetuto dal Papa in questi giorni“.
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il segretario di stato della Santa Sede cardinal Pietro Parolin (© Quirinale)
Allo stesso tempo “è giusto che nella legittima difesa Israele non metta in pericolo i civili palestinesi che vivono a Gaza. È giusto e indispensabile che in questo conflitto, come in ogni altro, il diritto umanitario sia pienamente rispettato”. Da un punto di vista degli scenari la Santa Sede conferma che la possibile soluzione è quella dei “due Stati”. Ciò “permetterebbe a Palestinesi ed Israeliani di vivere fianco a fianco, in pace e sicurezza“. Venendo incontro alle “aspirazioni di gran parte di essi”. Questa soluzione è prevista dalla comunità internazionale. E ultimamente “è sembrata ad alcuni, sia da una parte che dall’altra, non più realizzabile”. Per altri non lo è mai stata. La Santa Sede è convinta del contrario e continua a sostenerla. Il cardinale Segretario di Stato affronta la questione della minoranza cristiana. Parte essenziale della “terra in cui Gesù è nato, vissuto, morto e risorto“. Nessuno può pensare né la Palestina né Israele senza la presenza cristiana che è lì fin dagli inizi e sarà lì per sempre“.
Martirio di San Giovanni Battista, Masaccio
Sofferenza in Terra Santa come quella raffigurata sul calvario da Masaccio. Il pianto composto e lacrimevole di Giovanni. La Vergine che esprime il suo dolore nel gesto di stringere le mani. Figure poderose avvolte in palleggi che rimandano a Donatello. Il Cristo, nell’innovativo scorcio prospettico dal basso che ne suggerisce l’umanità dolorosa. E poi la Maddalena. Una delle più potenti restituite dalla storia dell’arte. Dalle braccia levate a indicare la direzione dello sguardo. Che esplode in un grido di dolore profondamente umano e al contempo divino. Che non si vede ma quasi si sente. Si tratta della Crocifissione, dipinta dal genio di Masaccio, conservata al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli. E ospitata in mostra, per la prima volta a Milano, nel Museo Diocesano Carlo Maria Martini. La tavola, un tempo cuspide del polittico realizzato per la cappella di ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Pisa. Poi smembrato già alla fine del XVI secolo. Protagonista a Milano di un sapiente allestimento che comprendeva un’installazione video che ricostruisce a grandezza naturale l’impianto del polittico. Restituendo parte del contesto dell’opera.
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L’esposizione è stata un omaggio alla generosità di Alberto Crespi, illuminato giurista milanese che in vita donò al museo una importante raccolta di quarantuno opere su fondo oro. A concludere il percorso ci sono i versi di Giovanni Testori, di qui ricorre il centenario dalla nascita, tratti dal suo libro dedicato alla rappresentazione della Maddalena nell’arte. Nel polo milanese “il capolavoro può godere di uno sguardo attento e preciso, impossibile da rendere in un grande museo dove si trova soffocato da altri ‘giganti’ dell’arte” osservano Nadia Righi, direttrice del museo Diocesano di Milano, e Alessandra Rullo, conservatrice del museo e Real Bosco di Capodimonte. Qui la Crocifissione “parla con l’intensità con cui è stata creata”. Duemila anni fa come oggi in Terra Santa.

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