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La “terapia” della Croce per il successo umano

Quanto è insidiosa la logica del successo! In un mondo di competizione sfrenata, sembra essere l’unico modo per esistere. Per questo viene applicata in modo spietato: contatti, conoscenze, scambi di benefici, frequentazioni di gruppi di influenza e di potere, a qualsiasi costo. Forse questa era, anche se inconsciamente, la motivazione di alcuni greci che volevano conoscere Gesù mentre egli era all’apice del suo successo, indipendentemente dalla tensione e dalle controversie che lo accompagnavano. D’altronde, ancora oggi, la fama dell’uomo si misura in base alle controversie che si scatenano intorno a lui. Ma la fama, il successo, l'”essere sulla cresta dell’onda”, è un potenziale di influenza e dominio. Non c’è da stupirsi, quindi, che molte persone vogliano “agganciarsi” ai famosi e “seguire la corrente”, sperando di trarne profitto. Così “comprano” la loro strada verso le luci della ribalta con i metodi più disparati, a volte anche molto imbarazzanti.

Non sappiamo se questa fosse davvero l’intenzione di questi greci. Forse erano spinti dalla semplice curiosità? Ciò che colpisce, tuttavia, è la potente risposta che Gesù dà all’ascolto della loro richiesta. È come se volesse liberarli con decisione e determinazione da tutte le illusioni. E allo stesso tempo, parla a tutti noi. Queste parole, forse le più drammatiche di tutto il Vangelo, risuonano con una forza inarrestabile per tutti i secoli a venire.

Ecco un uomo sull’onda del successo che parla di morte e perdita. Sì, e di gloria, ma in un contesto che oggi può persino riempire di orrore. Dopotutto, il successo oggi non significa forse solo vantaggi di ogni tipo? Basta volgere lo sguardo ai dittatori – o al numero crescente di persone che, con una determinazione malata e senza badare a spese, raggiungono posizioni (cariche e titoli) per raccogliere solo benefici. E che dire del fatto che di solito una posizione associata all’onore al 90% implica difficoltà e sforzi? Lo ignorano crogiolandosi nel bagliore della gloria e trascurando i loro doveri. Ebbene, è difficile distoglierli da questa posizione. Abbiamo troppi esempi di queste situazioni intorno a noi per non riconoscerle. Per questo le parole di Gesù sono ancora più necessarie: come promemoria della verità, come consolazione e, allo stesso tempo, come incoraggiamento a lottare per questa verità: la verità del successo e della gloria. Non è la parte più gustosa di un sorso affettuoso e infinito. È piuttosto la necessità di morire costantemente, di perdere, di dare la propria vita – per gli altri, per coloro verso i quali si ha responsabilità, attirandoli con il proprio sacrificio. Non si tratta certo di cercare il proprio beneficio, la propria gloria. Se arriva, viene da fuori, dal Padre, datore di ogni potere e di ogni gloria.

E c’è un altro momento importante in questa lezione dataci da Cristo riguardo al successo: la necessità di essere consapevoli del tempo e del sacrificio che ne deriva. Di solito rimandiamo le cose difficili. A volte non riusciamo proprio ad affrontarle. Gesù sa bene quanto sia difficile il compito che lo attende prima di entrare nella gloria: è proprio l’ora della sua passione e morte che richiama il suo momento di glorificazione! Egli mira consapevolmente a questo momento, nonostante ciò che dall’esterno sembra opporvisi. La consapevolezza della missione è consapevolezza delle difficoltà e persino della morte. La storia del cristianesimo lo sa fin troppo bene. Ogni vero successo deve portare il sigillo della Croce. Altrimenti non sarà un vero successo, ma la sua caricatura, un’usurpazione che a un certo punto finirà definitivamente e dolorosamente per chi vi si è identificato. Quanto abbiamo bisogno, allora, di questa terapia della croce per il successo umano oggi! Altrimenti, saremo sempre più terrorizzati da essi, trascinandoci nelle conseguenze dolorose e assurde dell’usurpazione degli arrivisti. È necessario parlarne sempre di più e smascherarli con coraggio, soprattutto nella Chiesa e nelle istituzioni ad essa collegate.

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