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Le teorie spericolate di Macron tra neogollismo ed opportunismo

Le improvvide affermazioni pro Cina di Macron e delle sottolineature sulla ricerca di terzietà dell’Europa rispetto al confronto occidentale con Cina e Russia, hanno sconcertato non poche cancellerie e suscitato l’interesse del nutrito gruppo di paesi non democratici che anelano un sovvertimento dell’ordine mondiale. Va detto che Macron da diverso tempo coltiva l’ambizione di diventare una realtà di mezzo, per sfruttarne le condizioni, come d’altronde fa il leader turco Erdogan, il quale non ha mancato mai di dimostrare di essere attento solo ai suoi desiderati guadagni.

Il Presidente della repubblica francese con le sue dichiarazioni ha messo in imbarazzo l’intera Europa e creato non pochi nuovi problemi al contesto già problematico e complesso delle roventi controversie internazionali. La sua teorizzazione spericolata di una eventuale Europa terza nel confronto sino-americano è del tutto privo di fondamento almeno per due ragioni: la UE è ben lontana dall’aver raggiunto la dimensione statuale minima per poter esercitare in potenza una propria diplomazia, un suo esercito, una sua autonoma credibilità internazionale in grado di avere quel peso che può fare la differenza nel confronto con alleati e non alleati; in una fase così cruciale per le sorti degli equilibri mondiali, non si possono indicare vie che portano ad indebolire gli USA che nel bene e nel male rappresentano il cardine della garanzia in occidente, che peraltro ci ha garantito sicurezza nel passato remoto e prossimo a causa di una Europa sinora inerte e deresponsabilizzata anche sulle più nostre esigenze di sicurezza e quelle degli scacchieri regionali a noi prossimi. Ma il comportamento dell’attuale presidente francese affonda le radici nell’ultimo sussulto di grandeur di sessant’anni fa del generale De Gaulle che indicava nell’Europa a trazione francese, una sorta di nuova Europa Carolingia, la terza entità nel confronto dinamico con l’allora Unione Sovietica e gli Stati Uniti d’America. Già allora le teorie golliste sembrarono spropositate ed anacronistiche. Ancora prima i Borboni di Francia, 500 anni fa, inaugurarono una alleanza innaturale con gli ottomani, in quell’epoca protesi alla conquista dei Balcani con relativa musulmanizzazione, ed in conflitto con gli asburgici. I francesi racimolarono molti benefici da quel sodalizio almeno pari agli svantaggi che subirono europei per colpa loro. Soprattutto le comunità rivierasche tirrene ed adriatiche assaltate e depredate per due secoli di fila da turchi, e mentre l’impero austriaco dovette subire persino l’assedio ottomano alla sua capitale Vienna.

Dunque la scelleratezza di Macron, ben rappresenta le furbizie che si tramutano in gravi punti di debolezze europee del passato e di oggi. Francesi ed europei in genere devono capire che nel mondo odierno molte cose cambiano in fretta e le vecchie certezze non esistono più. L’Europa è si importante, ma continuerà ad esserlo alla sola condizione della propria unità e responsabilità, in alleanze che con noi condividono culture che mettono al centro la persona, che attraverso libertà e senso della giustizia costruisce la realtà propria e dei propri simili.

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