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La riflessione di Giovanni il Battista nel Vangelo di oggi

La nostra identità si configura tra i nostri dubbi e la ricezione esterna di noi. Vivere consapevolmente vuol dire farsi le domande essenziali, ripetendole spesso. Tale è la domanda sul senso della nostra vita: a che cosa servono le nostre vicende, sofferenze, sforzi?

Nel Vangelo di oggi, assistiamo a una simile riflessione esistenziale da parte di Giovanni Battista. Dato il contesto – la prigione – è impossibile non sentirne il peso. Ecco che un profeta che ha dedicato la sua vita alla preparazione diretta della venuta del Messia – anzi, lo ha addirittura indicato direttamente – viene imprigionato, e forse proprio per questo gli viene il dubbio sulla validità delle sue indicazioni. Il Signore Gesù rispetta questa domanda. Egli dà ai discepoli di Giovanni una risposta articolata, aggiungendo una frase, come se fosse rivolta personalmente a Giovanni: E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!

Non sappiamo come queste parole siano state accolte da Giovanni. Sappiamo solo che non è mai uscito dal carcere. Probabilmente non ha sentito nemmeno le parole di lode rivolte a lui – il Signore Gesù le pronuncia dopo che i discepoli di Giovanni se ne sono andati. Qui si condensa il più grande dilemma della nostra identità: l’irrisolvibile (almeno qui sulla terra) tensione tra ciò che la gente dice di noi e ciò che sentiamo nel nostro cuore. Perché possiamo avere molti dubbi, mentre all’esterno il nostro atteggiamento suscita ammirazione. Naturalmente, può anche accadere il contrario: qualcuno può essere felice – anche molto felice – pur essendo percepito esteriormente molto male.

Allora, dov’è la verità su di noi? Le due opinioni possono essere in qualche modo conciliate, armonizzate? Nel Vangelo di oggi possiamo vedere chiaramente il metodo di questa armonizzazione: la persona di Gesù Cristo. Era indubbiamente centrale per Giovanni. Per questo cerca di relazionarsi con lei, di conoscere la verità su di lei. I suoi dubbi riguardano il Signore Gesù. In fondo, su di Lui ha costruito il senso della sua vita.

E le opinioni della gente? Perché il Signore Gesù loda Giovanni? Forse proprio perché il popolo di Giovanni non ha capito bene. Le opinioni umane sono un elemento che può uccidere. Quante volte ci sono giunte informazioni incredibili su ciò che facciamo o su ciò che siamo. Sentirle può davvero iniziare a far dubitare della propria identità. E può essere molto doloroso se dimentichiamo Gesù Cristo. Perché quando si ascoltano le opinioni degli altri, bisogna innanzitutto chiedersi in nome di ciò per cui si fanno: se c’è un Cristo in loro, Colui che meglio conosce il cuore e i pensieri delle persone.

A prescindere da ciò che possiamo sentire o percepire, la cosa più importante è approfondire continuamente il nostro rapporto con Gesù, anche attraverso domande o dubbi. San Benedetto, nella sua Regola, incoraggia i monaci che nulla sia per loro più caro dell’amore di Cristo. Ogni amore ha un costo, a volte può anche comportare dei dubbi. Ma chi ci costruisce sopra non sbaglia. E quando si tratta di amore per il Signore Gesù, a maggior ragione.

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