Nella società liquida la memoria storica ha una durata limitata. Il palasport di Firenze è intitolato ad uno statista il cui nome ormai dice poco ai millennials, pur avendo abbattuto l’apartheid in Sudafrica. Se la storia è maestra di vita, dove sono gli allievi di Nelson Mandela?
Papa Francesco ha definito intollerabile l’ondata di razzismo che ha prodotto la barbara uccisione di un inerme cittadino di colore. Neppure il covid ha frenato lo sdegno che in tutto il mondo ha portato in piazza milioni di persone per protestare contro la violenza di matrice razzista. Il mio sogno, davanti alle ingiustizie planetarie, è che siano i potenti a inginocchiarsi per invocare il perdono per le colpe individuali e collettive come solo i Pontefici, da Karol Woytjla in poi, hanno avuto il coraggio di fare.
La prima domanda che i distratti cronisti rivolgono immediatamente ai familiari delle vittime di soprusi e angherie è: “Lei perdona?”. Ecco, è qui che si vede tutta la superficialità di una società condannata a ripetere i propri errori dalla incapacità di farne tesoro. Riecheggiano le parole pronunciate nella cattedrale di Palermo dalla giovanissima vedova di un agente di scorta del giudice antimafia Giovanni Falcone: “Io vi perdono ma voi dovete mettervi in ginocchio”.
E’ Gesù a dare l’esempio di cosa significhi inginocchiarsi quando Lui stesso compie per primo questo gesto di profonda umiltà prostrandosi davanti al Battista per ricevere il Battesimo pur essendo senza peccato. Poi, quando ormai la sua predicazione aveva ribaltato le mendaci e inique convinzioni della maggioranza della popolazione, rialza si l’adultera, ma le intima di non peccare più. Non c’è perdono senza conversione.
Le violenze provocate dal razzismo e da qualsiasi altra forma di odio vengono sanzionate dalla legislazione con un aggravio di pena, però senza una rivoluzione culturale rimangono allo stato latente come virus pronti a seminare nuovamente morte e divisioni. Il “mai più il razzismo” non deve essere una prerogativa dei credenti, va impresso in maniera indelebile nel Dna dell’umanità tanto più ora che si è scoperta fragile e insicura di fronte a un nemico invisibile in grado di distruggere tutte le apparenti solidità di una civiltà decadente e patologicamente autoreferenziale.
C’è un’espressione semplice ma efficace utilizzata nella Laudato Si: “eccesso antropologico”. In pratica, l’uomo si è talmente montato la testa da ritenersi “alfa e omega” della creazione senza rendersi conto che basta il più infimo e minuscolo degli organismi viventi per cancellarlo dalla faccia della terra. Sarà il caso, quindi, di darsi una regolata visto che dal punto di vista biologico le razze umane non esistono, sono una diabolica invenzione di coloro che nella storia vogliono sottomettere e spadroneggiare gli altri attraverso il falso pretesto di un’inesistente superiorità.
Non sono immuni, almeno da due mila anni, neppure la casta dei sedicenti professionisti del sacro e i dottori della legge, sempre propensi a stracciarsi le vesti ogni volta che viene messa in discussione la loro primazia intellettuale e “morale”. Il ginocchio messo sul collo del povero George Floyd è la macabra metafora di una satanica determinazione a soffocare e impedire qualunque realizzazione personale possa inficiare consolidate posizioni di privilegio e di potere castale. Il razzismo senza memoria, alla pari di ogni relativismo “immorale”, fa risaltare l’attualità del magistero degli ultimi due Papi che, in perfetta continuità, mettono in guardia da chi, teoricamente e concretamente, vuole confondere il bene con il male e livellare tutto come orchestrato da quell’anticristo per il quale nero e bianco non sono due colori ma due tonalità della stessa indistinta assenza di valori.
Un’altra immagine fotografa la cronica amnesia del terzo millennio global. 2003: una memorabile copertina dell’Economist bolla la Germania come la “malata d’Europa”. Il cancelliere tedesco Schroder crea un tavolo super operativo di esperti per compilare l’agenda 2010. A cambiare le politiche del lavoro viene chiamato il capo del personale della Volkswagen. Schroder fa le riforme, perde le elezioni per i sacrifici richiesti nell’immediato ma da li in poi la Germania diventa la locomotiva europea.
De Gasperi diceva che lo statista pensa alle generazioni future, il politico alle prossime votazioni. Se ne ricordino quanti, con magniloquenza da ancien regime, convocano in Italia non meglio precisati Stati Generali. Meno parole, più decisioni immediate. Ciò che non funziona gli italiani già lo sanno perfettamente. Solo un esempio: per ricevere la cassa integrazione bisogna aspettare mesi per colpa della burocrazia. A “non respirare” non sono solo le vittime del razzismo ma anche quelle di un Leviatano esoso e indifferente che promette potenza di fuoco per poi soffocare il popolo impotente senza neppure elargire in ritardo una manciata di spiccioli. Evangelicamente, in dignità e significato agli occhi di Dio, il soldino della povera vedova vale più di tutti i forzieri d’oro del pianeta.