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Il diritto di sognare

Ogni bambino è un inno alla vita. Una vita che nasce è un’affermazione della creazione, un bimbo che cresce è un giubilo della natura che ancora sa generare meraviglie nuove. La vita dell’uomo è sempre un inedito. Un monito ad essere unici e irripetibili e nessuno sarà mai riproduzione di un altro. “Ognuno è sempre un originale, mai una fotocopia“, direbbe ancora oggi il beato Carlo Acutis.

È vero, ma purtroppo non è sempre così. L’abisso umano ha conosciuto derive inaudite, soprusi inaccettabili. L’uomo nella sua sbandierata libertà ha saputo commettere, e ancora oggi continua a farlo, violenze imperdonabili. Le nostre società si sono organizzate per essere un mondo adulto, che spesso sacrifica e vìola l’innocenza dei bambini.

In ricordo della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza approvata nel 1989, il 20 novembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale dei diritti dei bambini, un’occasione privilegiata per gettare uno sguardo nel ginepraio dei diritti ancora oggi negati.

Mi preme evidenziarne alcuni in particolare. In primis il diritto alla vita. Il concepito è già vita, seppur vulnerabile. C’è un diritto a diventare bambino che va riconosciuto come premessa di ogni altro diritto. Il diritto di nascere di un bimbo non può essere negato in nome di una presunta libertà dell’adulto di sopprimere un’altra vita. La moderna società individualista si è appropriata indebitamente della libertà di uccidere il concepito, una violenza contro “il più indifeso degli esseri umani”, tuonava Madre Teresa di Calcutta.

L’aborto è una pratica disumana. Non solo sopprime una vita indifesa, ma dilania oltremodo la serenità psichica della donna, che in cuor suo è consapevole della scelleratezza di quella scelta. Troppo spesso la donna arriva alla dolorosa decisione di abortire a motivo di forti pressioni psicologiche e di condizionamenti sociali e familiari.

Il bambino, inoltre, ha il diritto ad avere radici, un vero diritto di appartenenza. Ogni bambino potrà diventare adulto solo dentro una relazione autentica e significativa, amorevole e stabile. Il bambino ha diritto ad un cuore nel quale sentirsi amato, il cuore di un papà e di una mamma. Ogni bambino sia figlio.

La privazione delle proprie radici è un dolore insanabile. L’infanzia violentata da maltrattamenti, da abbandoni, da abusi indicibili è segnata in modo indelebile. Quanti bimbi rifiutati a motivo della disabilità fisica o di una malattia genetica! Una sindrome non rende un bambino meno figlio!

Ci sono, però, testimonianze luminose di famiglie accoglienti capaci di farsi carico di figli feriti che altri hanno abbandonato. Famiglie che fanno spazio nelle camerette per aggiungere un lettino in più. Coppie di sposi che si sporgono sulla culla di bimbi con deficit fisici e cognitivi, se ne prendono cura e li portano sul loro lettone. Bambini che dopo notti di solitudine e di pianto, ritornano nel calore domestico di famiglie accoglienti.

Ma c’è un ulteriore diritto indisponibile e inalienabile, un diritto di grandi e piccoli. Il diritto di sperare in un Paese per bambini, in una comunità civile a misura dei più fragili. Una comunità solidale dove il forte si fa carico del debole, il grande difende il piccolo e ci si salva assieme. Una comunità dove nessuno resti solo e nessuno si senta escluso. Ogni bimbo avrà il diritto di giocare, ogni bambino potrà diventare grande. E soprattutto ogni bambino avrà ancora il diritto di sognare.

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