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Il destino dell’Ucraina e le sorti dell’Europa

Nelle prime ore del 24 febbraio 2022 succede qualcosa di assolutamente devastante per l’Occidente. L’ora più buia per l’Europa. Il più grave attacco militare dal secondo conflitto mondiale. Le truppe russe invadono la vicina Ucraina. Si ritorna indietro di ottantatré anni. Era il 1° settembre del 1939 quando la Germania nazista, segretamente accordatasi con Stalin per spartirsi il territorio polacco, attaccava Danzica.

Durante le lezioni di diritto costituzionale spiego ai miei giovani studenti del primo anno di Giurisprudenza il concetto di guerra in Costituzione. Ne parlo come di un argomento lontano, quantomeno dal territorio europeo. Li ho sempre intrattenuti sul significato della guerra durante i due conflitti bellici. Soprattutto sul secondo e sulle ragioni che hanno indotto i nostri Padri Costituenti a scrivere l’art.11 della Costituzione. L’Italia ripudia la guerra come mezzo di offesa degli altri popoli. La guerra ammessa è solo quella difensiva per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale da aggressioni esterne.

Ma, appunto, come di una ipotetica del “quarto tipo”, come si diceva a scuola, una circostanza dell’irrealtà. Sembrava piuttosto possibile una guerra cibernetica, sotto forma di attacchi informatici, mirati a distruggere i sistemi di comunicazione nemici. Invece è successo ciò che sembrava inimmaginabile nel cuore dell’Europa. La guerra insensata e folle della Russia contro lo Stato ucraino lascia sgomenti e increduli.

Una Guerra convenzionale con l’artiglieria pesante, cannoni, carri armati che entrano in uno spazio estero per annientare, attraverso morte e distruzione, il popolo ucraino. Aerei russi stanno bombardando la capitale Kiev e le principali città dell’Ucraina: Odessa, Mariupol, Mykolayiv. Città che si trovano a pochi chilometri dal confine dell’Unione europea; Romania, Ungheria, Slovacchia e Polonia. Si combatte casa per casa e le forze ucraine provano eroicamente a resistere, anche se il dispiegamento di uomini e mezzi è impari.

Una catastrofe umanitaria che conta già cento mila profughi che scappano verso Ovest nel tentativo disperato di trovare un posto sicuro. Che l’Europa occidentale dovrà accogliere perché si tratta di gente che scappa dalla guerra e ha diritto di asilo nelle società liberal democratiche. Fortunatamente anche Polonia e Ungheria hanno aperto i loro confini alle migliaia di donne, anziani e bambini in fuga.

I leader europei e il Presidente americano hanno adottato pesanti sanzioni economiche e finanziarie contro la Russia e i suoi oligarchi e le sue aziende. Ma non invieranno forze militari in aiuto degli ucraini. L’Ucraina non appartiene alla Nato e il Presidente Putin ha fatto intendere, neanche tanto velatamente, di essere pronto all’utilizzo di armi nucleari nel caso di intromissioni esterne per fermare l’aggressione. Putin punta a tenere la Nato lontano dai confini orientali dell’Europa e pretende di ridisegnare con la violenza della forza le frontiere che si sono delineate con la caduta del muro di Berlino.

Le mire espansionistiche della Russia comportano la rivitalizzazione della Nato che sembrava un organismo ormai divenuto obsoleto. Se il Cremlino dovesse spingersi oltre, minacciando i territori dell’Alleanza Atlantica scatterebbe l’assistenza militare dell’intera Nato (art.5). La Polonia e le tre Repubbliche baltiche, che fanno parte dell’Alleanza Atlantica, sono sotto choc e chiedono l’applicazione dell’art.4 del Trattato nella parte in cui prevede consultazioni tra i 30 Stati membri, nel caso uno di loro sia minacciato nella propria integrità territoriale, nell’indipendenza politica e nella sicurezza. Per evitare un effetto domino, l’alleanza atlantica politico – militare dovrà rafforzarsi nel fianco orientale, in Polonia e nei Paesi Baltici.

I paesi sovrani sono liberi di scegliersi le alleanze. Per il diritto internazionale non esistono Stati meno sovrani di altri. Anche se il destino dell’Ucraina sembra pesantemente influenzato dalla geopolitica e dai rapporti di forza tra le Nazioni. La Russia pretende di imporre all’Ucraina una politica di neutralità e la completa smilitarizzazione, con il veto di ingresso nella Nato. L’Ucraina dovrebbe divenire, secondo i desiderata di Mosca, uno Stato “cuscinetto”, a sovranità limitata, con a capo un Governo fantoccio, compiacente a Mosca. A questo punto si può soltanto sperare, come auspica il Santo Padre, che residui ancora un margine per la diplomazia, senza ulteriore spargimento di sangue.

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